Continuano le frizioni tra sindacati e aziende dell’automotive, per ora niente accordo neanche alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso sulla questione occupazionale della Gigafactory di Termoli.

Gigafactory, tra sindacati e Stellantis ancora frizioni

Il piano industriale nazionale dell’automotive è sempre più lontano dall’essere presentato.

L’incontro di oggi al ministero con ACC, joint venture partecipata da Total, Mercedes e Stellantis, riguardo la Gigafactory di Termoli, alla presenza della Regione Molise, è stato centrato sulla trasformazione da fabbrica di motori in fabbrica di batterie elettriche.

Da un comunicato congiunto dei sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, si apprende della richiesta di legare l’erogazione dei fondi pubblici alla tutela dei lavoratori.

“ll progetto è assistito da ingenti risorse pubbliche ed è stato fortemente voluto dal sindacato, ma purtroppo oggi è parzialmente inficiato dalla indisponibilità a offrire una piena garanzia occupazionale ai duemila lavoratori di Termoli coinvolti”, si legge nel comunicato, che sottolinea inoltre come ACC non abbia ancora garantito l’occupazione dei lavoratori coinvolti.

I sindacati, infine, esprimono preoccupazione per potenziali danni e disagi per la città di Termoli e i suoi lavoratori, legati ai potenziali tempi di avvio, che definiscono pluriennali. Il piano industriale prevede infatti periodi informativi, da svolgere addirittura in Francia, con la produzione che dovrebbe partire nell’ultimo trimestre del 2026.

I problemi dell’automotive? Colpa del governo Conte

La maggioranza dal canto suo, sono giorni che rifiuta responsabilità su Stellantis e sulla situazione industriale dell’auto italiana, l’onorevole Montaruli (FdI) molto vicina alla premier ha voluto ribadire ai nostri microfoni: “Gli accordi attuali sono figli del Governo 5 Stelle”.

La polemica era infatti legata alla vendita dello stabilimento Maserati di Modena, già svuotato da tempo da Stellantis: “Il governo di quando avvenne la fusione doveva chiedere qualcosa per l’Italia, i cinquestelle che governavano allora dovevano chiedere. La colpa non è del governo Meloni, ma la responsabilità è anche dei M5S”.

Nessuna parola contro la proprietà di Stellantis che, facente parte del consorzio per la gigafactory, resta un attore principale per il futuro dell’automotive in Italia.

La deputata di Fratelli d’Italia ha poi ribadito l’importanza di un programma legato all’auto, il Governo attuale sta impegnando molte risorse perché l’Italia possa tornare ad avere voce sui futuri piani dell’azienda Stellantis e sul futuro dell’industria automotive.