Sui contributi Inps non pagati, sono in arrivo varie modalità di versamento che vanno dall’adempimento spontaneo al pagamento a rate, fino agli accertamenti d’ufficio che, comunque, prevedono una riduzione della sanzione a carico dei contribuenti. Sono le novità in dirittura d’arrivo dall’esame in Parlamento del disegno di legge sul Lavoro, approvato il 1° maggio 2023.

In altre parole, sarà più facile mettersi in regola nei confronti dell’Istituto di previdenza, beneficiando anche di sanzioni ridotte per chi deciderà di sanare la propria posizione inadempiente nei confronti dell’Inps.

Contributi Inps non pagati, ecco come procedere con adempimento spontaneo, rate e accertamento d’ufficio

Difatti, l’adempimento spontaneo può essere fatto valere dal contribuente nel tempo massimo di 90 giorni e sarà facilitato dal fatto che proprio l’Istituto di previdenza segnalerà la presenza di eventuali irregolarità. Per il pagamento, i contribuenti potranno contare su periodi di tempo più lunghi e su versamenti da fare a rate.

Contributi Inps non pagati, le novità in arrivo dal disegno di legge ‘Lavoro’

Sarà più semplice mettersi in regola con l’Istituto di previdenza in merito ai contributi occorrenti per la futura pensione. Infatti, le posizioni contributive dei lavoratori potranno essere sanate, in caso di irregolarità, da vari istituti dei quali il disegno di legge sul Lavoro, approvato il 1° maggio 2023, ne contiene le regole principali. Ad oggi, il provvedimento ha cominciato l’iter del Parlamento in attesa della definitiva approvazione.

Adempimento spontaneo, come mettersi in regola in caso di inadempimento verso l’Inps

Il primo istituto del quale può avvalersi il contribuente nei confronti dell’Istituto di previdenza è quello dell’adempimento spontaneo. Lo strumento è reso più facile dal fatto che è lo stesso Istituto previdenziale a segnalare al contribuente la presenza di irregolarità nella propria posizione contributiva. Il soggetto, ricevuta comunicazione da parte dell’Inps, avrà 90 giorni di tempo per mettersi in regola.

In altre parole, una volta ricevuta la comunicazione dell’Inps, il contribuente avrà tre mesi di tempo per decidere se contestare quanto riportato dall’Istituto – portando a conoscenza di fatti o circostanze a propria discolpa – oppure dando seguito a quanto l’Istituto di previdenza asserisce. In quest’ultima situazione, il contribuente – per regolarizzare le anomalie riscontrate dall’Inps – ha a disposizione i successivi 30 giorni di tempo per effettuare i versamenti richiesti.

Il totale da pagare dovrà essere aumentato della sanzione prevista che è pari al 2,75 per cento. Anche le sanzioni possono essere oggetto di pagamento rateale.

Contribuzione non versata all’Istituto di previdenza, ecco come pagare a rate

A partire dal 1° gennaio 2025, il contribuente avrà la possibilità di regolarizzare la propria posizione nei confronti dell’Istituto di previdenza mediante il pagamento a rate. Tale modalità, che interesserà anche i pagamenti verso l’Inail per i dovuti premi, si concretizzerà nella suddivisione del debito in 60 rate mensili.

Ad oggi, il massimo della rateizzazione prevista è pari a 24 mesi. I contribuenti avranno, pertanto, più tempo a disposizione – e la possibilità di ridurre l’importo di ciascuna singola rata – per mettersi in regola nei confronti di Inps e Inail. I singoli due istituti avranno modo di definire i dettagli dei pagamenti rateali.

Accertamento Istituto di previdenza, i tempi per i pagamenti ed eventuali sanzioni

L’Inps, inoltre, potrà procedere con accertamenti d’ufficio nei confronti dei contribuenti per verificare la regolarità della propria posizione. In tal caso, se l’Istituto di previdenza dovesse evidenziare situazioni anomale dalle proprie banche dati, inviterà il contribuente a recarsi di persona o per mezzo di rappresentanti presso le proprie sedi territoriali. In base agli accertamenti, il contribuente potrebbe essere invitato a presentare documenti, atti, notizie ai fini dell’accertamento stesso.

Per mancanze nei confronti dell’Inps, a seguito delle operazioni di accertamento d’ufficio, il contribuente potrebbe essere invitato a pagare quanto dovuto entro 40 giorni. Le sanzioni, in questo caso, sono ridotte della metà e si possono pagare anche a rate.