Nel corso di una conferenza stampa in diretta televisiva, il primo ministro portoghese Antonio Costa si è dimesso. L’annuncio è arrivato nella giornata in cui il suo nome è emerso nel caso di una più ampia indagine penale. Gli inquirenti stanno infatti indagando per una presunta corruzione riguardo a certi investimenti promossi dal suo governo.

Il premier socialista si è subito dimesso, sottolineando però estrema fiducia nella giustizia e mettendosi a disposizione degli agenti riguardo ad ogni possibile chiarimento. Ora la palla passa al Presidente, che può accettare o meno le dimissioni presentate.

“Le funzioni di primo ministro non sono compatibili con alcun sospetto sulla mia integrità. In queste circostanze, ho presentato le mie dimissioni al presidente della Repubblica. Il futuro dipenderà dalle decisioni del presidente.”

Terremoto per il governo portoghese: perquisite le sedi di alcuni ministeri

Non è però solo il nome di Costa quello ad essere finito nella lista degli agenti, tra i più noti ci sono anche João Galamba (ministro delle Infrastrutture) e il capo dell’agenzia ambientale del Portogallo. Le indagini hanno condotto gli inquirenti a perquisire alcune sedi governative: il ministero dell’Ambiente, il ministero delle Infrastrutture e il Comune di Sines. A questo elenco si aggiungono le perquisizioni effettuate all’interno di abitazioni ed uffici privati.

Indagini in corso per numerosi illeciti, tra cui corruzione

Il settore in cui gli agenti stanno maggiormente indagando è quello relativo al green, in particolare alle miniere di litio e i progetti con l’idrogeno verde, entrambi parte di iniziative finanziate anche dall’Unione europea. I possibili illeciti commessi sono diversi: i principali sono corruzione verso funzionari eletti e traffico di influenze a proposito di concessione riguardo a queste miniere.

L’Ue si dimostra da tempo particolarmente attenta alla questione green e questa centralità ha prodotto il Green Deal Europeo, un ingente piano di investimenti in base al quale l’Unione Europea prevede una sistematica riduzione di emissioni di gas a effetto serra, arrivando all’obiettivo di essere climaticamente neutra nel 2050 e tentare così di mettere un argine alla crisi climatica.