È ripresa dopo essere stata momentaneamente sospesa l’udienza in corso presso il Tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna, dove da un anno si tiene il processo per violenza sessuale di gruppo a carico di Ciro Grillo e degli amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia: la ragazza che ha denunciato lo stupro, chiamata a testimoniare, era infatti scoppiata in lacrime. Dopo una pausa è tornata a rispondere alle domande del pm.
Processo a Ciro Grillo, ripresa l’udienza sospesa: la ragazza che ha denunciato lo stupro era scoppiata a piangere
La giovane, all’epoca dei fatti 19enne, dovrà ripercorrere passo dopo passo quanto accaduto nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta di Porto Cervo di proprietà della famiglia di Ciro Grillo (figlio del fondatore del M5S), ora imputato per violenza sessuale di gruppo insieme ai tre amici genovesi.
Mentre rispondeva alle domande del pm Gregorio Capasso, stamattina in aula sarebbe scoppiata in lacrime. Da qui la decisione del presidente Marco Contu di sospendere momentaneamente l’udienza, per permetterle di riprendersi. A riportarlo è l’Agi, secondo cui, dopo una breve pausa, l’udienza sarebbe ripresa.
Tra oggi e domani in aula sarà discusso il contenuto del verbale di oltre 300 pagine stilato dai carabinieri quando la ragazza si presentò a sporgere denuncia. Era il 26 luglio del 2019. Stando al suo racconto, i quattro imputati l’avrebbero violentata a turno, in camera da letto e nel box doccia dell’abitazione, dopo averla costretta a bere “mezza bottiglia di vodka”, approfittando delle sue condizioni di inferiorità “psicologica e fisica” del momento.
Una versione dei fatti che le difese hanno sempre smentito, sostenendo che la 19enne fosse consenziente e avesse preso parte deliberatamente ai rapporti di gruppo dopo aver seguito i ragazzi a casa dal Billionaire.
Non sentivo il mio corpo e neppure le mie braccia, non riuscivo a muovermi,
avrebbe ribadito lei oggi, stando a quanto riporta il Corriere della Sera. I quattro accusati non erano presenti. L’avvocata Giulia Bongiorno, che la assiste, ha così commentato ai microfoni dei giornalisti il suo intervento, al termine dell’udienza:
Ha raccontato quello che le è accaduto. Ha detto che poi ha tentato il suicidio, ha parlato di atti di autolesionismo, di corse verso i binari per farsi mettere sotto un treno […]. A volte si banalizzano fatti che invece sono di una gravità inaudita. Non è che lasciano un segno, ma distruggono, devastano.
La testimonianza dell’altra ragazza accusatrice
Qualche settimana fa in aula gli inquirenti avevano ascoltato un’altra importante testimonianza: quella di Roberta (nome di fantasia), l’amica della 19enne che sarebbe stata ripresa in atteggiamenti intimi in alcune foto scattate dai ragazzi a sua insaputa, mentre dormiva sul divano. Foto che loro hanno definito una semplice “goliardata”. Così aveva parlato di loro e dei loro comportamenti òa giovane:
Per quei ragazzi non ero una persona, ma solo un oggetto. Si sono comportati come se non avessi un nome. Ero semplicemente un divertimento per loro, qualcosa che dimostrava il loro potere maschile su di me […]. Quando ho saputo che mi sono state scattate foto hard mentre dormivo mi sono sentita come se al mondo non ci fosse sicurezza, come se fosse una cosa che potrebbe succedere tante altre volte.
Anche lei per due giorni era stata costretta a ripercorrere l’intera vicenda. Ancor prima erano stati ascoltati come testimoni anche i genitori della ragazza che ha denunciato lo stupro e la madre di Ciro Grillo, che la sera dei presunti abusi alloggiava in un’abitazione adiacente – e divisa solo da un patio – a quella dei ragazzi.
La donna, chiamata a commentare la vicenda, già in passato aveva riferito di non aver sentito nulla di strano provenire dal loro alloggio, nonostante le finestre aperte. Né aveva notato stranezze il giorno successivo, quando, andando a fare colazione, avrebbe incrociato i giovani, che le avrebbero raccontato di aver trascorso la serata con due amiche di amici.
Delle violenze esisterebbe anche un video. Secondo l’accusa è la prova del fatto che la giovane sia stata abusata. Per le difese, invece, mostrerebbe che la 19enne era cosciente di ciò che stesse facendo. Lo aveva detto anche Beppe Grillo, padre di uno degli imputati, all’indomani della notizia della denuncia presentata nei confronti del figlio, difendendolo a spada tratta nonostante fosse ignaro della situazione.
Un atteggiamento che aveva scatenato non poche polemiche e che a qualcuno avrà ricordato quello del Presidente del Senato Ignazio La Russia, intervenuto in difesa del figlio Leonardo Apache, anch’egli accusato di stupro di gruppo. Ne parlavamo in questo articolo: La Russa torna a parlare del caso di stupro che ha coinvolto il figlio: “Non rifarei le stesse dichiarazioni, ma sono stato frainteso”.