Dopo il viaggio più angosciante, dopo lo straziante saluto, dopo un’autodenuncia dai Carabinieri, il momento della rabbia. Della protesta contro una “politica che non guarda da questa parte“, dice Marco Perduca dell’associazione “Luca Coscioni”. All’incontro con la stampa all’indomani del suicidio assistito di Sibilla Barbieri, ci sono le parole determinate, dure e allo stesso tempo dolci, di Vittorio Parpaglioni, il figlio della regista e attrice malata terminale, e il “j’accuse” di Marco Cappato, tesoriere dell’associazione. Eccole nelle interviste raccolte dall’inviato di Tag24 Lorenzo Brancati.

Marco Cappato: “Sibilla Barbieri e la sua famiglia hanno subìto violenza di Stato”

Ho capito di doverla accompagnare nel suo viaggio nel momento in cui ho sentito la sua libertà negata – le parole di Vittorio, autodenunciatosi ai Carabinieri – in cui ho visto il suo desiderio di fare questo viaggio, quando ho visto persone nella sua stessa condizione che non hanno questa possibilità.

Per Vittorio è un’altra ferita, e al tempo stesso un momento per ragionare su tante cose.

Cosa resta? Resta il dolore per mia madre. A 16 anni persi mio padre per un tumore, mia madre non ha vissuto come lui l’agonia. In mio padre vedevo il terrore negli occhi, la difficoltà di accettare la morte e il dolore. Noi non siamo abituati al dolore. Mia madre ci ha messi nella condizione anche di accettare la sua morte. Dal momento in cui esiste, questa deve essere accettata e devi parlarne liberamente. Tutto questo ci ha dato un senso di libertà.

Poi c’è il messaggio. Quello per la politica.

Mi dispiace, perché chiudere gli occhi davanti a tanti cittadini italiani è ingiusto. Mi auguro che possa aprirli, questi occhi, e che guardi la realtà dei fatti. Mia madre all’inizio tentennava per le conseguenze legali che mi avrebbero seguito, poi però ha cambiato idea. Ha accettato che la accompagnassi.

Vittorio, il figlio di Sibilla: “Ho sentito la sua libertà negata”

Durissimo il tesoriere dell’associazione “Luca Coscioni”, Marco Cappato:

Aveva il diritto di ottenere l’aiuto alla morte volontaria legalmente in Italia. Quel respiratore al quale non era attaccata con continuità avrebbe provocato lo stesso tipo di dipendenza che Fabiano Antonelli, Dj Fabo, aveva. La sentenza della Corte costituzionale è stata scritta a partire dal caso di Dj Fabo e non è possibile interpretarla in maniera diversa. Non c’è altra definizione che violenza di Stato. Sibilla Barbieri ha dovuto subire una violenza di Stato e così la sua famiglia.

Si parla della sentenza della Corte costituzionale Antonelli/Cappato. Partendo da lì, la regista e attrice romana avrebbe potuto terminare le proprie sofferenze in Italia.

Dunque l’attacco alla Regione Lazio:

O il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, accerta le responsabilità di quanto accaduto con le relative conseguenze, oppure ne è lui responsabile e ne trae le conseguenze, rassegnando le dimissioni. Spero che su questa vicenda non fosse sufficientemente informato né coinvolto e spero che un accertamento urgente della dinamica e delle responsabilità sia fornito a tutti i cittadini, in generale, e alla famiglia di Sibilla in particolare.