Opposizioni all’attacco dell’accordo siglato ieri, lunedì 6 novembre, tra Italia e Albania sui migranti. A Palazzo Chigi, il premier di Tirana Edi Rama e Giorgia Meloni hanno messo nero su bianco una nuova strategia per gestire i flussi.
Stando al protocollo siglato, l’Albania concederà alcune aree del proprio territorio all’Italia. Qui Roma potrà realizzare due strutture per la gestione dei migranti. Qui potranno avere una prima accoglienza fino a tremila persone.
Ma questa soluzione “sembra in aperta violazione delle norme di diritto internazionale e di diritto europeo”. È quanto sostiene Elly Schlein nel suo intervento a Radio Capital.
Opposizioni contro l’accordo con l’Albania, Schlein: “Meloni convinca alleati nazionalisti a non lasciar sola Italia”
Secondo la segretaria del Pd, Meloni dovrebbe piuttosto “convincere i suoi alleati nazionalisti europei a condividere l’accoglienza, e non lasciare sola l’Italia”.
Perplessità sulla vicenda erano arrivate già ieri dal responsabile dem per le Politiche migratorie Pierfrancesco Majorino. Questi aveva paragonato l’accordo stipulato ieri ad “una sorta di Guantanamo italiana, al di fuori di ogni standard internazionale, al di fuori dell’Ue”. Sotto la lente d’ingrandimento la mancanza di una “possibilità di controllare lo stato di detenzione” delle persone rinchiuse in questi centri.
Il dibattito si accende anche tra i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Ad esprimersi i deputati Elisa Scutellà, Filippo Scerra e Bruno Raffaele e i senatori Pietro Lorefice e Dolores Bevilacqua.
Meloni nasconde la polvere della sua fallimentare politica migratoria sotto il tappeto albanese, lanciando l’ennesimo spot che non risolvere il problema. Dopo essersi resa conto che non si possono fare i blocchi navali e che non si può riempire l’Italia di Cpr, un’altra idea geniale: spedire tutti i richiedenti asilo maggiorenni soccorsi in mare dalle navi governative italiane in un due hotspot extraterritoriali in Albania a gestione italiana.
“Meloni inventa soluzioni che non risolvono nulla”
I parlamentari pentastellati si pongono alcune domande in merito alla possibile gestione dei migranti negli hotspot albanesi. A cominciare dai bambini accompagnati dal solo padre: verranno separati? E chi valuterà la maggior età dei ragazzi?
Ma soprattutto che fine faranno le migliaia di migranti che in Albania vedranno respinta la loro richiesta di asilo o protezione internazionale? A giudicare dalle dichiarazioni del premier albanese Edi Rama, com’è ovvio che sia, questo resta un problema dell’Italia.
Secondo l’accusa, dunque, alla fine l’Italia “dovrà riprendersi dall’Albania tutti i migranti in attesa di rimpatrio”. A quel punto, non vi sarebbe alcuna differenza rispetto al presente. Le relazioni tra Italia e Albania, cementificate dopo la visita informale di Meloni in estate, a detta della minoranza costituirebbero un vero e proprio fuoco di paglia.
Meloni si inventa soluzioni che non risolvono nulla, invece di fare l’unica cosa necessaria: lavorare su accordi europei di rimpatrio, su vie legali d’accesso in Europa con pre-selezione delle domande nei Paesi d’origine e distribuzione alla fonte e, in attesa di questo, su un meccanismo strutturale e obbligatorio di ricollocamento europeo. Tutto il resto significa prendere in giro gli italiani e lasciare sull’Italia il peso della gestione dei flussi migratori.
Ricciardi (M5S): “Accordo sui migranti una presa in giro, per il governo un fallimento su tutta la linea”
Ai microfoni di Tag24 è intervenuta la deputata pentastellata Marianna Ricciardi, che ha ribadito come gli sbarchi siano “più che raddoppiati” con il governo Meloni.
L’accordo con l’Albania a spese dei contribuenti italiani è una presa in giro che non risolverà il problema. Intanto, per gli italiani, una manovra con 2 miliardi di nuove tasse taglia le pensioni e taglia la sanità. Un fallimento su tutta la linea.
Opposizioni contro l’accordo Italia-Albania, le dichiarazioni di Magi (+Europa) a Tag24
Riccardo Magi, deputato di +Europa, illustra le criticità della decisione legata alla sigla del protocollo tra Roma e Tirana.
Tutto quello che riguarda la condizione del cittadino straniero in Italia deve essere regolamentato con legge, non con protocolli d’intesa con altri Paesi. Non basta un protocollo, va fatta una legge. Quest’ultima, per essere legittima, deve essere conforme alle leggi internazionali e al diritto europeo.