Il 1° settembre 1859 si registrò un evento astronomico senza precedenti, noto come l’evento di Carrington, o la tempesta geomagnetica di Carrington. Questo fenomeno, osservato dall’astronomo Richard Carrington, portò alla manifestazione di aurore boreali a latitudini insolitamente basse e al danneggiamento della rete telegrafica. L’intensità di tale tempesta solare la rende un punto di riferimento ancora oggi, particolarmente nel considerare il potenziale impatto su una società dipendente dalla tecnologia come la nostra.
Evento di Carrington: la genesi di una tempesta stellare
La mattina del 1° settembre 1859, Carrington testimoniò un’esplosione solare senza pari, un brillamento di luce così potente da essere rilevato anche dagli strumenti rudimentali dell’epoca. Tale fenomeno fu la diretta conseguenza di un’espulsione di massa coronale (CME), una liberazione imponente di plasma che viaggiava verso la Terra a velocità vertiginose. Il risultato fu una tempesta geomagnetica di magnitudo inaudita, che se avvenisse oggi avrebbe effetti disastrosi.
Le espulsioni di massa coronale sono fenomeni abbastanza frequenti nel ciclo di attività del Sole, ma non tutte hanno effetti diretti sul nostro pianeta. Quando questi flussi di particelle colpiscono la Terra, il risultato più visibile è il bagliore delle aurore, fenomeni di rara bellezza che si manifestano tipicamente ai poli, fatta qualche eccezione, come le tempeste solari avvenute a settembre e novembre, con la manifestazione di aurore boleari visibili anche in Italia. E infatti, in casi eccezionali come quello del 1859, l’effetto può estendersi ben oltre le latitudini polari.
Il cielo notturno durante la tempesta geomagnetica di Carrington si accese di luci straordinarie, tanto che si poteva leggere all’aperto senza bisogno di luci artificiali. Le aurore boreali, di solito confinate alle alte latitudini, furono osservate fino a Roma e Cuba, un fenomeno che all’epoca fu descritto con stupore e meraviglia.
Le conseguenze di un nuovo evento di Carrington, oggi
L’evento di Carrington causò interruzioni e danni significativi alla rete telegrafica. In un’epoca moderna, il rischio sarebbe esteso a centrali elettriche, sistemi di comunicazione e satelliti, cruciali per la nostra vita quotidiana.
Un fenomeno simile nell’attuale era digitale potrebbe portare quindi a blackout elettrici su larga scala e al disfunzionamento del 50% dei satelliti in orbita.
In un’epoca in cui la dipendenza dalla tecnologia è a un livello mai visto prima, è proprio questa la domanda che serpeggia tra gli esperti: cosa accadrebbe se una tempesta geomagnetica di quelle proporzioni colpisse la Terra oggi? Con la civiltà attuale in balia dell’elettricità, un fenomeno del calibro di quello osservato da Carrington nel 1859 potrebbe avere conseguenze disastrose.
L’impatto su infrastrutture e servizi
Il nostro mondo è una fitta rete di dispositivi elettronici. Un’interruzione prolungata dell’energia elettrica causata da un’attività solare estrema non solo oscurerebbe città intere, ma avrebbe anche effetti a catena su servizi essenziali quali ospedali, sistemi di trasporto e catene di fornitura alimentari. Senza energia elettrica, l’accesso a beni fondamentali come l’acqua potabile diventerebbe un problema critico, mentre i sistemi di comunicazione verrebbero a mancare, provocando un’inevitabile paralisi sociale ed economica.
I trasformatori e le reti di distribuzione elettrica, sottoposti a stress intensi da sovraccarichi di corrente, potrebbero subire danni irreparabili, causando blackout di grandi dimensioni. In particolare, la sostituzione dei trasformatori, essenziali per la distribuzione dell’energia, non è né immediata né semplice, implicando potenziali interruzioni prolungate.
Uno studio di Lloyd’s e dell’Atmospheric and Environmental Research ha stimato che una tempesta solare di grande intensità potrebbe costare tra i 700 miliardi e i 3 trilioni di dollari, solo negli USA. Il grado di dipendenza odierno dai servizi elettrici suggerisce che il danno economico globale sarebbe esorbitante, con effetti che potrebbero persistere per anni.
Come prepararsi alle tempeste solari
La preparazione inizia con la sorveglianza costante dell’attività solare. La terra è piccola rispetto al Sole, rendendo gli eventi diretti rari, ma non impossibili. Prevedere una tempesta solare consente di attivare protocolli di sicurezza per proteggere le reti elettriche e i sistemi tecnologici, riducendo potenzialmente i danni.
Per mitigare l’impatto di una tempesta geomagnetica, le centrali elettriche possono inoltre attuare misure di salvaguardia apposite. Inoltre, le agenzie di protezione civile, in collaborazione con gli istituti scientifici, stanno sviluppando piani di emergenza e sistemi di risposta rapidi per ridurre i danni e garantire la continuità dei servizi critici.
Molti Paesi, ma sfortunatamente non tutti, stanno lavorando a scenari di questo tipo per fronteggiare un’eventuale crisi.
I precedenti: le tempeste solari del 1989 e del 2003
Tra il 19 ottobre e il 5 novembre 2003, sono state rilevate 17 intense eruzioni solari, causando forti tempeste magnetiche e interruzioni nelle comunicazioni radio. Questi eventi hanno provocato il collasso della rete elettrica a Malmö in Svezia e la chiusura dei corridoi aerei in Canada settentrionale a causa del malfunzionamento degli impianti di sorveglianza aerea. Ci sono stati problemi anche ai sistemi satellitari e di navigazione e le aurore boreali furono visibili fino alle regioni tropicali.
In precedenza, il 13 marzo 1989, una potente tempesta solare aveva già causato un blackout di nove ore in Québec, Canada, influenzando la rete elettrica e lasciando sei milioni di persone al freddo estremo. Questo fenomeno aveva portato a avvistamenti di aurore boreali fino in Texas e Florida.