Sono trascorsi oltre vent’anni dal giorno dell’incidente all’acquapark che lo ha reso tetraplegico. Nei giorni scorsi la Cassazione civile ha condannato il Ministero dell’Interno, il Comune di Monsano (Ancona), la società che gestiva la struttura di divertimenti e un architetto a risarcirlo con 632mila euro. Leonrado Pigliapoco, all’epoca, aveva 19 anni. L’avvocato Alessandro Lucchetti, che si è occupato del caso, ha dichiarato a Tag24 che finalmente il suo cliente potrà ottenere quella stabilità che desidera da tempo.
Tetraplegico dopo incidente all’acquapark, l’avvocato Lucchetti: “Ora si tratterà di incassare la somma”
I fatti risalgono al 28 giugno 2003 e soltanto ora si è arrivati all’epilogo della vicenda. Quel giorno Pigliapoco stava lavorando quando, nel tentativo di recuperare il fischietto che gli era caduto, si schiantò sullo scivolo kamikaze.
“Da allora è sulla sedia a rotelle. Oggi è un uomo che sta cercando di acquisire una propria autonomia. Speriamo che la definitività della sentenza gli permetta di acquistare una casa e di avere finalmente una stabilità” sottolinea l’avvocato Alessandro Lucchetti.
Infatti, come spiega il legale, il risarcimento era stato già accordato in primo grado e poi in appello. La sentenza del Tribunale di Ancona, che risale al 2015, aveva riconosciuto la cifra di oltre 630mila euro: ora però “va ricalcolata”, spiega l’avvocato.
Ma c’è anche un’altra vicenda collegata a questa sentenza. Infatti, racconta Lucchetti, l’architetto e altre persone della società coinvolte avevano avuto una condanna penale in primo grado, che si è poi prescritta in secondo grado. La Cassazione ha però rimesso alla Corte d’Appello la pronuncia civile sulle “conseguenze patrimoniali da reato”. C’è quindi ancora un giudizio pendente: un’ulteriore somma potrebbe aggiungersi a quanto già riconosciuto.
“Ora si tratterà di incassare” spiega ancora l’avvocato Lucchetti. “La pronuncia del risarcimento in solido riguarda il Ministero degli Interni e il comune di Monsano, enti pubblici: bisogna vedere cosa accadrà a questa richiesta di pagamento, quando e come riusciranno a saldare.”
Accertata la responsabilità della Commissione provinciale di Vigilanza
Il processo è durato anni. La Corte d’Appello di Ancona aveva già stabilito che l’attrazione del parco- chiamata, appunto, “scivolo kamikaze”- non rispettasse “le regole tecniche e di comune prudenza” sia per la pendenza, che per la distanza della struttura di cemento dal punto di approdo dello scivolo. Elementi poi confermati anche dalla Suprema Corte.
La Commissione provinciale di Vigilanza è risultata responsabile per aver licenziato l’agibilità della struttura, nonostante presentasse “gravi carenze” in merito a sicurezza e incolumità. In questo modo è risultata in una posizione di garanzia,
determinando un concreto affidamento (nei gestori, nei fruitori e nei lavoratori) circa la sicurezza dell’impianto.
In passato si erano già verificati diversi incidenti ma, nonostante ne fosse a conoscenza, la Commissione decise comunque di dare il “via libera”. Il Comune di Monsano è stato giudicato “corresponsabile” perché delegato alla verifica dell’effettiva idoneità.
Secondo gli ermellini non costituiscono un argomento a difesa gli avvertimenti sulla pericolosità dello scivolo kamikaze, riportati nei cartelli.
Sentenze simili anche per altri casi come quello di malasanità a Verona, o per una trasfusione infetta a Roma.