Mirella Gregori la sorella: “Spero che il Papa faccia il suo nome”. L’Assemblea del Senato si riunirà alle 16 di domani, martedi 7 novembre, per esaminare e votare il disegno di legge relativo all’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. L’iter alla Camera dei deputati è già stato completato, ora si attende il pronunciamento di Palazzo Madama per far partire i lavori. Di questo e altro si è parlato a “La Storia Oscura” su Radio Cusano Campus dove è intervenuta Maria Antonietta Gregori. La sorella di Mirella Gregori, al microfono di Fabio Camillacci e Tiziana Ciavardini, ha detto: “Mi auguro che stavolta parta veramente la Commissione parlamentare su Emanuela e Mirella, perché si è già perso troppo tempo. Entrambe le famiglie aspettano con ansia. Io non so a cosa porteranno i lavori di questa Commissione visto che sono passati più di 40 anni, però, non devono toglierci almeno questa speranza”.
Mirella Gregori, la sorella: “Spero che il Papa faccia il suo nome”
Maria Antonietta Gregori poi ha aggiunto: “Per quanto riguarda Mirella, invito deputati e senatori ad avviare le indagini partendo proprio dall’inizio, visto che forze dell’ordine e magistratura indagarono poco e male. Secondo me bisognerebbe riascoltare tutti gli amici di Mirella e soprattutto le persone che l’hanno vista per l’ultima volta, come la sua grande amica Sonia che sa qualcosa ma per paura, forse perché minacciata, non ha mai parlato. Mi auguro che stavolta Sonia non si sottragga e dica la verità. Soprattutto spero che i due casi vengano separati, altrimenti sarebbe inutile anche perché Mirella scomparve un mese e mezzo prima di Emanuela Orlandi; quindi sarà fondamentale che la Commissione indaghi su quei 45 giorni, dal 7 maggio al 22 giugno, che dividono la scomparsa di mia sorella da quella di Emanuela Orlandi”.
La Procura di Roma sta per riaprire le indagini
La sorella di Mirella Gregori poi ha sottolineato: “Inoltre, mi auguro che anche la Procura di Roma riapra a breve le indagini su Mirella, così come è stato già fatto per Emanuela. Con il mio avvocato Nicodemo Gentile, presidente di Penelope Italia stiamo lavorando proprio per questo: lavoriamo su alcuni punti salienti della vicenda e raccogliamo una serie di elementi importanti per cercare di convincere i giudici a riaprire una nuova inchiesta su mia sorella”.
Giovanni Paolo II, Raoul Bonarelli e mamma Vittoria
“Come accaduto per Emanuela Orlandi nel giugno scorso durante l’Angelus in occasione del quarantennale della scomparsa, spero che presto Papa Francesco faccia anche il nome di Mirella, che chieda una preghiera per lei; penso che in certi casi dove c’è tanto dolore in una famiglia, una parola dal Santo Padre possa aiutare ad alleviare la sofferenza. Anche perché nell’estate del 1983, Giovanni Paolo II fece un appello ai rapitori per entrambe le ragazze accomunandole. Perché lo fece? Capisco che Mirella non è cittadina vaticana ma la storia del caposcorta di Karol Wojtyla, Raoul Bonarelli, che mia madre Vittoria ha sempre sostenuto con certezza di aver visto al bar con mia sorella e la sua amica Sonia, resta un giallo nel giallo. Ricordo che mia mamma vide Bonarelli quando Giovanni Paolo II venne in visita alla nostra Parrocchia e lo associò subito all’uomo misterioso. Poi, però, quando fu organizzato un confronto disse che non era lui; ma devo ammettere di aver visto negli occhi di mia madre quasi la paura di dire che fosse lui. L’avevano minacciata invitandola a non confermare? Lo fece per proteggere me e la mia famiglia? Sta di fatto che quello resta un altro punto nero della nostra storia”.
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