Napoli, “Università L’Orientale occupata. Con la Palestina fino alla vittoria”. È questo lo slogan ripetuto dalle 8 di mattina di oggi, lunedì 6 novembre 2023, presso l’ateneo nel capoluogo campano. A mettere in atto l’occupazione sono stati diversi giovani e studenti. Nei giorni scorsi gli stessi avevano esposto sulla facciata esterna di Palazzo Giusso, nel centro storico della città, una bandiera palestinese.

Napoli, Università L’Orientale occupata. Gli studenti: “Genocidio in atto nella Striscia di Gaza”

A Napoli la sede dell’Università l’Orientale è stata occupata in simbolo di solidarietà al popolo palestinese. L’atto ha preso il via alle 8 di oggi, 6 novembre 2023. I manifestanti denunciano un “genocidio in atto” nella Striscia di Gaza. Un “genocidio” che, come riferiscono gli studenti, “va avanti da troppo tempo”.

I giovani accusano il governo israeliano di tenere sotto assedio la popolazione, “con la complicità degli Stati Uniti d’America” e dei vari Paesi occidentali. Tra questi anche l’Italia. I ragazzi e le ragazze che stanno tenendo l’occupazione denunciano poi il legame dell’ateneo, come altri nel resto del mondo, con le università israeliane.

Università con le quali, affermano i manifestanti oggi,

vengono intrattenuti rapporti di partnerariato e scambio di ricerche con le università israeliane e l’apparato militare-industriale italiano. Non vogliamo studiare in un’università che si rende complice di ciò che sta facendo un governo coloniale e criminale come quello israeliano.

I protestanti oggi denunciano inoltre l’assenza di cibo, acqua, cure e carburante nel territorio della striscia di Gaza. Sostengono poi che i bombardamenti da parte del governo israeliano sarebbero all’ordine del giorno. Questi starebbero mirando, in modo indiscriminato, case, scuole, ospedali e altri luoghi con i civili.

Le rivendicazioni degli studenti

Sono diverse, chiare e dirette le richieste degli studenti che oggi, lunedì 6 novembre 2023, hanno dato vita all’occupazione dell’Università L’Orientale di Napoli. Gli studenti e le studentesse parlano di “rivendicazioni semplici” che amplificano quelle già provenienti dalle altre piazze italiane e internazionali.

I manifestanti chiedono, con tale occupazione, che l’ateneo napoletano, tramite la figura del rettore Roberto Tottoli, si esponga pubblicamente e che dimostri sostegno al popolo palestinese. Inoltre domandano all’università di riconoscere “il genocidio della popolazione palestinese di cui è responsabile il governo israeliano”.

Le richieste, insomma, sono molto chiare. I giovani che stanno protestando chiedono anche che il rettore Tottoli parli apertamente di un cessate il fuoco immediato. Essi inoltre manifestano per fare in modo che L’Orientale cessi i rapporti e gli accordi con le università israeliane e, dall’altra parte, non ostacoli le iniziative, i dibattiti e le manifestazioni pro Palestina.

Il rettore Tottoli: “Atto di violenza”. La dura reazione

Non si è fatta attendere la reazione del rettore dell’Università degli studi di Napoli L’Orientale, Roberto Tottoli. Egli ha condannato con fermezza l’occupazione partita alle 8 della mattina di oggi, lunedì 6 novembre 2023. L’ha definita

un vero e proprio atto di violenza perpetrato nei confronti non solo dell’Ateneo ma della democrazia e delle istituzioni.

Il rettore dell’ateneo napoletano ha poi continuato il suo discorso con queste parole:

Un conto è manifestare le proprie opinioni, un conto è impedire il regolare svolgimento delle attività istituzionali. […]La violenza non è mai una soluzione e non porta mai alla risoluzione di nessun conflitto.

Il dottor Roberto Tottoli ha riferito che inoltre per oggi, in programma a Palazzo Giusso, dove è in corso l’occupazione pro Palestina, erano in programma non solo le attività didattiche, ma anche un incontro sulla situazione nella Striscia di Gaza e sul conflitto israelo-palestinese.

Il rettore si è infine anche detto “incredulo” per l’atto compiuto dagli studenti e dalle studentesse dell’Università L’Orientale, dove, ha affermato, da circa 300 anni si cerca di insegnare a tutti i ragazzi e le ragazze il confronto e il rispetto di tutte le culture.