Papa Francesco ha ammesso questa mattina di non stare bene di salute. Le parole inequivocabili sono arrivate nei momenti iniziali dell’udienza con i Rabbini europei e gettano nuove ombre su quello che può essere lo stato effettivo di salute del pontefice. Al momento il Vaticano non ha smentito e nemmeno emesso comunicati sulla vicenda. Non è escluso, inoltre, che possa trattarsi di una semplice sindrome influenzale dovuta al periodo stagionale.

“Buongiorno, saluto tutti voi e vi do il benvenuto. Grazie di questa visita che a me piace tanto ma succede che io non sto bene di salute e per questo preferisco non leggere il discorso ma darlo a voi e che voi lo portiate.”

Papa Francesco all’udienza con i Rabbini Europei: “Ho problemi di salute”

Il pontefice ha preferito perciò lasciare ad altri l’incarico di leggere il discorso da lui preparato e l’annuncio è stato dato con voce flebile, particolarmente affaticata. Una decisione che però non sembra includere anche ulteriori modifiche nel piano della giornata, essendo infatti previste svariate udienze in mattinata e nel corso del pomeriggio. All’interno dell’Aula Paolo VI, inoltre, è atteso un colloquio con oltre 7mila bambini provenienti da 84 paesi di tutto il mondo.

Le preoccupazioni costanti per il Medio Oriente

Ad aggravare lo stato di salute del Pontefice può essere anche la preoccupazione verso quanto accade in Medio Oriente al momento. Il Papa si è spesso prodigato in appelli verso una tregua umanitaria per far sì che gli aiuti possano entrare nella Striscia di Gaza, ormai sotto continui attacchi da circa un mese. L’attentato che ha dato il via alla reazione di Israele, infatti, è datato 7 ottobre scorso. I miliziani di Hamas hanno barbaramente ucciso oltre mille israeliani e ne hanno catturati circa 240 (anche se il numero ufficiale continua ad essere oggetto di variazioni).

Da quel momento è iniziata la controffensiva di Israele e prosegue, di fatto, ininterrotta da allora. Sia il pontefice che la diplomazia internazionale, con il segretario di Stato USA Antony Blinken in prima persona, si stanno adoperando per far sì che una tregua umanitaria possa esserci e avviare il passaggio dei camion carichi di aiuti attraverso il valico di Rafah, al confine con l’Egitto.