La Toscana resta una delle regioni più duramente colpite dal maltempo ma la pioggia incessante sembra destinata a terminare. I lavori dei vigili del fuoco continuano senza sosta in gran parte delle province del posto, con oltre 4mila interventi disseminati nelle aree di Firenze, Pisa, Pistoia, Livorno e Prato. Il dispiegamento dei mezzi è poderoso, con 125 veicoli e oltre 500 unità di soccorso attive in tutto il territorio.

Ad aver effettuato un sopralluogo sulle aree colpite è il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, che ha ribadito come non esista il rischio zero. Allo stesso tempo, però, è preferibile attuare un sistematico programma di prevenzione piuttosto che uno di ricostruzione.

“Prevenire, prevenire e prevenire. Sempre meglio che ricostruire, ricostruire, ricostruire. Il rischio zero non esiste, la natura è superiore a qualsiasi forza. L’uomo, però, può ridurne gli effetti con due tipi di interventi. Uno è strutturale, dotando il territorio fragile delle infrastrutture per fronteggiare i rischi: bacini di laminazione, consolidamento degli argini, periodica pulitura degli alvei di fiumi e torrenti, anche se asciutti.

E una pianificazione urbanistica che non faccia costruire nei pressi di un’asta fluviale. In Italia, se parliamo di evacuazione anche in piena calamità, molti si rifiutano di lasciare la propria casa. Una tara antropologica, chiamiamola così, che riguarda tutti. L’Italia non è un Paese adatto alla prevenzione.”

Maltempo, Musumeci: “Un Ddl contro il dissesto idrogeologico”

Il ministro Musumeci ha poi delineato una serie di mosse da dover attuare nel breve periodo che esulano dal contesto specifico della Toscana ma che riguardano in generale tutte le regioni italiane.

“Affidare al Sistema nazionale di protezione civile anche il compito della previsione e della prevenzione del rischio, anche strutturale. È già predisposto un disegno di legge per fare ordine nella fase della ricostruzione dopo le calamità e un altro contrasta il dissesto idrogeologico. È necessario un soggetto unico che definisca con le Regioni un piano di interventi antisismici, nel costruito pubblico e privato. A parte le risorse già distribuite nell’ultimo decennio e non spese, d’intesa con il ministro Fitto abbiamo messo a disposizione delle Regioni 800 milioni del Pnrr per interventi contro il dissesto e altri 150 milioni circa sono stati stanziati, d’intesa con l’Interno, per i Comuni inferiori ai 5000 abitanti.”

In Toscana oltre mezzo miliardo di danni, Giani: “Dobbiamo cambiare la nostra cultura”

Le parole del ministro Musumeci seguono quelle arrivate il giorno prima dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, con una conta dei danni che arriva a mezzo miliardo ma che, andando a guardare nello specifico, potrebbe aumentare a dismisura perché le operazioni sono ancora in corso in gran parte della regione, con le vittime accertate che salgono a 7.

“A grandi linee, per poter chiedere lo Stato di emergenza, io avevo quantificato in circa mezzo miliardo la conta dei danni, ma poi quando andiamo a guardare cosa si è perso nei capannoni, nei luoghi di lavoro sommersi dall’acqua, questa cifra sale.

Dobbiamo cambiare anche la nostra cultura. Per esempio, ci sono state molte politiche sulla decisione che martedì scorso, due giorni prima, ha preso il sindaco di Livorno Salvetti, sulla base dell’allerta arancione che è un’allerta molto grave, di chiudere le scuole; si è gridato all’allarmismo.

Dobbiamo renderci conto che noi abbiamo una spada di Damocle sulla testa, che è la delicatezza e la fragilità ambientale, su cui noi dobbiamo misurare comportamenti di responsabilità e comprensione, che non è qualcosa di marginale ma di fondamentale.”