Il Consiglio di Amministrazione di TIM ha dato il proprio assenso a una manovra economica di grande rilievo, riguardante la cessione di una parte consistente del proprio assetto di rete a un ente esterno. Questa operazione vede protagonista il fondo di investimento americano KKR, già azionista di rilievo nella sfera delle telecomunicazioni italiane, e del cui interesse verso la rete TIM se ne parla ormai da diverso tempo.

Cos’è KKR, il fondo americano che vuole la rete TIM

Il valore dell’accordo, che oscilla tra i 18,8 e i 22 miliardi di euro, non solo ristruttura l’equilibrio interno di TIM ma influisce significativamente sul contesto economico e tecnologico nazionale. Questo passo è parte di una serie di mosse calcolate per ridurre l’indebitamento di TIM, creando nuove dinamiche di mercato e potenzialmente, nuove sinergie infrastrutturali.

CdA TIM diviso

La decisione ha visto un CdA diviso, dove la maggioranza ha prevalso con 11 voti a favore e 3 contrari. Questo margine di approvazione ha permesso di procedere senza la necessità di un’assemblea degli azionisti, una scelta che ha generato dissensi soprattutto da parte dei consiglieri indipendenti.

La partecipazione di CDP e F2i

L’elaborazione dell’accordo include dettagliati termini finanziari, regolati da un transaction agreement. Questo documento definisce i parametri della vendita e i servizi connessi che seguiranno il completamento dell’operazione. L’approccio adottato promette di stabilizzare l’equilibrio finanziario di TIM, con un target di indebitamento nettamente ridotto.

La Cassa Depositi e Prestiti (CDP), ente governativo con una quota azionaria in TIM, e F2i, un fondo infrastrutturale italiano, sono anch’essi elementi chiave di questa operazione. La loro partecipazione è conseguenza diretta di un interesse trasversale che collega l’operazione non solo alla sfera aziendale, ma anche a quella nazionale, ponendo le basi per una collaborazione strategica nel lungo periodo.

La complessità dell’accordo è sottolineata dalle molteplici variabili che ne influenzano il valore finale. Questi includono potenziali earn-outs e adeguamenti al prezzo di vendita in base a vari parametri economici e obiettivi di sviluppo infrastrutturale. La stretta correlazione con l’eventuale creazione di una rete unica e possibili incentivi di settore potrebbe aggiungere ulteriori valori all’operazione.

Rete di TIM al Fondo KKR: l’opposizione di Vivendi

Vivendi, il maggiore azionista di TIM, si è espresso apertamente contro l’accordo, sollevando dubbi sulla legalità della decisione del CdA e mettendo in luce possibili violazioni relative alle operazioni con “parti correlate“. In particolare, la contestazione è incentrata sul ruolo del Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso il suo potere decisionale all’interno della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).

Infatti, la notizia che ha scosso il panorama delle telecomunicazioni italiane è proprio la dichiarazione di guerra legale da parte di Vivendi, il colosso francese e principale azionista della TIM, con una partecipazione significativa del 23,75%.

L’entità francese ha annunciato la volontà di intraprendere azioni legali, affermando un’evidente violazione dei diritti degli azionisti e illegittimità nelle recenti decisioni del consiglio di amministrazione di TIM. Queste mosse sono state ritenute irresponsabili dagli amministratori che hanno espresso voto favorevole.

Vivendi ha sollevato la questione sul mancato rispetto delle proprie richieste che puntavano a garantire i diritti di tutti gli azionisti, segnalando come il loro diritto di esprimersi in assemblea fosse stato oltraggiato. La società si è avvalsa di cinque pareri legali che sottolineano una modifica sostanziale dell’oggetto sociale di TIM, per cui sarebbe stato necessario il verdetto di un’assemblea straordinaria. Ciò risulta in netto contrasto con i pareri legali in possesso del consiglio di Telecom Italia.

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Il futuro di Sparkle

La vendita non riguarda Sparkle, la controllata di TIM nel settore dei servizi dati internazionali, la cui offerta non è stata ritenuta soddisfacente. Si apre così un nuovo capitolo di trattative per questa entità, con TIM che punta a ricevere proposte più vantaggiose.

L’alternativa Merlyn

Il fondo Merlyn Partners non ha nascosto la sua delusione per la mancanza di considerazione del proprio piano alternativo da parte del consiglio di TIM. I portavoce della società hanno etichettato la decisione del consiglio come precipitosa e mancante di trasparenza, lamentando la mancanza di dettagli su punti chiave come accordi di servizio e il futuro del personale. Merlyn ha annunciato la possibilità di procedere con azioni legali per costringere un’assemblea dei soci a decidere il futuro della società.

Le posizioni di Labriola e Rossi

Da parte sua, Pietro Labriola, l’amministratore delegato di TIM, ha espresso soddisfazione, sottolineando l’inizio di una nuova era per la società con una maggiore concentrazione sull’innovazione tecnologica. Salvatore Rossi, il presidente, ha rimarcato che le decisioni approvate puntano al miglioramento di TIM a beneficio dei dipendenti, degli azionisti e dell’intero paese, con un chiaro supporto da parte del governo.

Cos’è KKR, il fondo americano impegnato nelle infrastrutture

KKR, un investitore globale con un team dedicato alle infrastrutture, ha sottolineato la crescente domanda mondiale di investimenti infrastrutturali e la necessità di capitale privato esperto data la diminuzione dei finanziamenti pubblici e le condizioni economiche precarie. Fondato nel 1976, quotato a Wall Street dal 2010, KKR gestisce un patrimonio di circa 496 miliardi di dollari e ha avuto un ruolo attivo nelle infrastrutture italiane, con investimenti significativi in aziende come FiberCop e nella produzione di soluzioni di packaging automatizzate.