Chi è un people pleaser? E’ una persona ossessionata all’idea di dove piacere agli altri. Alcuni, pur di ricevere approvazione, evitare rifiuti, sono capaci di annullare la loro natura. Tant’è che si parla di una tendenza che può avere disturbi psicologici importanti: chi soffre di people pleasing cerca, continuamente, gratificazioni esterne e, se non le riceve, pensa di non contare nulla. Indossare tutti i giorni una maschera arrivando a recitare un altro ruolo negando bisogni, idee e desideri, per ricevere consenso e favore esterno, porta a soffrire mentalmente e fisicamente.
Chi è un people pleaser? Il libro, L’ingannevole paura di non essere all’altezza, della psicologa Roberta Milanese spiega le cause del problema
Il fenomeno presenta una continua alterazione del proprio comportamento dove chi ne è affetto è disposto a tutto, pur di andare incontro al favore altrui. L’origine del problema deriva da storie di maltrattamenti, abusi, svalutazioni subite in famiglia, o durante l’infanzia. La psicologa, Roberta Milanese, nonostante non siano state ancora accertate tutte le cause, prova a definire il fenomeno nel libro L’ingannevole paura di non essere all’altezza. Qui l’esperta afferma che alla base c’è una profonda insicurezza della persona, relativamente alla propria desiderabilità, è la premessa implicita di chi nutre la paura per cui se la persona si concede di essere sé stessa fino in fondo, non piacerebbe agli altri, non riceverebbe stima o amore.
Chi ne soffre maggiormente
La Milanese spiega che il disturbo è più frequente – soprattutto in ambito relazionale – nelle donne che assumono comportamenti accomodanti coi propri partner, condannando sé stesse a una vita insoddisfacente. Gli uomini affetti da people pleasing, sempre secondo la psicologa, sembrano sperimentare il disturbo prevalentemente in ambito professionale, evitando compiti di responsabilità e delegando il più possibile per paura di fallire e di deludere, rimanendo così chiusi nella propria comfort-zone, caricandosi di lavoro e impegni onerosi col rischio di essere fagocitati da stress e burnout.
Storie di suicidio
Il bisogno di approvazione è naturale negli individui, soprattutto nell’era dei social dove ci sentiamo in dovere di esporci costantemente e condividere contenuti. I social non sono la vera causa del people pleasing, ma accentuano il disturbo in quanto consentono di accedere alla possibilità di ricevere gratificazioni esterne, in qualunque momento della giornata. Aumentano inoltre il rischio di dipendenza, arrivando a modificare il nostro aspetto, vita e personalità pur di risultare desiderabili e popolari. Non sono rari i casi di cronaca che raccontano di persone – soprattutto tra i più giovani – suicidatesi per qualche like in meno ricevuto sotto un post o sotto una foto su Instagram.
Smettere di dare importanza alle opinioni altrui
Il people pleasing non va sottovalutato, andrebbe risolto coi dovuti accorgimenti, e strumenti. Dovremmo smetterla di dare troppa importanza alle opinioni altrui, mettendole al centro della nostra vita e dei nostri interessi. Per questo, dobbiamo risparmiare tutte le energie che investiamo nel ricercare il consenso di chi ci circonda e usarle per prenderci cura di noi stessi. Bisogna smetterla di credere di poter piacere a tutti, e credere che se riusciamo a piacere a un gran numero di persone, saremo felici e appagati. Imporci dei limiti nelle relazioni con gli altri, e fare in modo che nessuno si approfitti della nostra disponibilità, è fondamentale per non cadere nell’autosvalutazione. Non solo, può aiutarci a comprendere che la gioia che riceviamo dal soddisfare i nostri bisogni sarà sempre maggiore di quella che proviamo se accontentiamo gli altri sacrificando noi stessi.