Sul secondo acconto del 2023 relativo ai lavoratori autonomi, partite Iva e liberi professionisti, è in scadenza la seconda rata dell’acconto al 30 novembre prossimo. Tuttavia, da quest’anno e solo per il 2024, c’è la novità di rimandare l’anticipo al prossimo anno. La possibilità di rinviare il secondo acconto Irpef è un’opzione a scelta del lavoratore. In genere, molti lavoratori autonomi hanno delle difficoltà a versare integralmente l’acconto dell’Irpef del mese di novembre, anche a causa dei crediti da incassare dai propri clienti non sempre facilmente esigibili.
Secondo acconto Irpef 2023 con scadenza 30 settembre, come rimandare l’anticipo al 2024
Proprio per questo motivo, e anche perché si proviene già dai pagamenti del primo acconto di giugno che è possibile rateizzare fino all’estate, molte partite Iva potrebbero trovare vantaggiosa la scelta di rimandare il pagamento del secondo acconto al prossimo anno.
In tal caso, si potrebbe provvedere al versamento in un’unica soluzione a gennaio, oppure in cinque rate mensili con il pagamento anche degli interessi spettanti. E’, in ogni modo, consigliabile di prestare attenzione a tutte le condizioni necessarie affinché possa essere rimandato il pagamento al nuovo anno. In particolare, accedono alla rateizzazione i possessori di partita Iva con redditi fino a 170mila euro nel 2022.
Secondo acconto Irpef novembre 2023, chi può rinviare il pagamento
Tempo di decidere per le partite Iva se procedere con il pagamento del secondo acconto Irpef entro il 30 novembre 2023, oppure di optare per il rinvio del versamento al nuovo anno. E’ questa l’opzione che offre il decreto legge numero 145 del 2023 (cosiddetto “decreto Anticipi”) che consente alle partite Iva e ai liberi professionisti di rimandare il pagamento della seconda rata con prima scadenza utile al 16 gennaio 2024. Tuttavia, è da precisare che il decreto legge 145/2023 prevede il rimando del pagamento della seconda rata solo per l’Irpef dovuta nel 2023, non confermando questa opzione anche per i prossimi anni.
Partite Iva, lavoratori autonomi e professionisti, come pagare le tasse a gennaio2024
Per la prima volta, dunque, il secondo acconto potrà essere pagato nel nuovo anno. Per le partite Iva che dovessero decidere di rimandare il pagamento, il versamento potrà essere effettuato tutto in un’unica soluzione (entro il 16 gennaio 2024), senza dover pagare degli interessi, oppure a rate.
In questa seconda ipotesi, il piano di suddivisione del pagamento è di cinque rate mensili e scadenza della prima al 16 gennaio 2024. Le altre quattro rate sono in pagamento sempre entro il 16 del mese. In caso di pagamento a rate sono dovuti gli interessi calcolati al tasso fisso del 4 per cento.
Due requisiti richiesti: possesso partita Iva e tetto ricavi
Due sono, in particolare, i requisiti richiesti per rinviare il versamento della seconda rata Irpef al 2024. Il primo è il possesso della partita Iva; il secondo requisito è l’aver raggiunto ricavi e compensi non eccedenti il tetto di 170mila euro. Tale requisito deve essere parametrato all’anno 2022. La possibilità di rateizzazione del secondo acconto, tuttavia, non spetta ai soci delle società. L’esclusione vige anche nel caso in cui la società rientri nei tetti dimensionali richiesti.
Quali imposte si possono rateizzare?
Il decreto legge 145 del 2023 elenca anche le imposte che sono oggetto di pagamento a rate. Essendo applicata alla dichiarazione dei redditi, il pagamento posticipato dell’acconto non riguarda solo l’Irpef, ma anche altre imposte come quella sostitutiva per le partite Iva a regime forfettario, la cedolare secca, l’Imposta sugli investimenti immobiliari all’estero (Ivie) e l’Imposta sul valore delle attività all’estero (Ivafe). Non si possono rimandare e rateizzare, invece, i contributi previdenziali da versare all’Inps e i premi assicurativi da pagare all’Inail.