La richiesta di Abu Mazen al segretario di Stato americano Antony Blinken nel corso dell’incontro di oggi a Ramallah è sempre la stessa: cessate il fuoco immediato e la fine della violenza contro i palestinesi. Abbas ha anche chiesto che non venga consentito lo sgombero del suo popolo da Gaza.
Abu Mazen e Blinken a Ramallah: cosa si sono detti
Il conflitto tra Israele e Hamas va avanti ormai da quasi un mese e l’Occidente assieme ai Paesi arabi cerca di lavorare ad una soluzione che possa evitare ulteriori escalation. Come già annunciato nella giornata di ieri il segretario di Stato americano Blinken oggi ha incontrato a Ramallah il presidente palestinese Abu Mazen. Le richieste da parte del presidente dell’Olp e dell’Anp sono quelle già ribadite al telefono con Papa Francesco qualche giorno fa: la fine delle violenze contro i palestinesi.
La situazione a Gerusalemme e in Cisgiordania
Abu Mazen ha parlato a Blinken della difficile situazione a Gerusalemme e in Cisgiordania dove, oltre a Gaza, si consumano quotidianamente violenze ai danni della popolazione palestinese. Per Abbas non serve solo la fine del conflitto ma anche un’accelerazione nella fornitura di aiuti umanitari e carburante. Sono circostante difficili quelle in cui Abu Mazen incontra Blinken e non manca di rimarcarlo:
“Non ci sono parole per descrivere la guerra di genocidio e distruzione a cui è sottoposto il nostro popolo palestinese a Gaza per mano della macchina da guerra israeliana, senza riguardo alle regole di diritto internazionale”
La guerra miete nel frattempo sempre più vittime. Dal 7 ottobre sono morti 1400 israeliani mentre le perdite palestinesi ammontano a circa 10mila, di cui 4mila sono bambini. Cresce anche il numero di feriti e di sfollati che ammonta a più di un milione e mezzo di persone:
“Ciò che accade in Cisgiordania e a Gerusalemme non è meno orribile, in termini di uccisioni e attacchi a terre, persone e luoghi sacri, per mano delle forze di occupazione e dei coloni terroristi, che commettono crimini di pulizia etnica, discriminazione razziale e la pirateria dei fondi”.