Arrivano i contributi a fondo perduto fino al 60% di bonus, rientranti nei contratti di sviluppo, che le imprese possono richiedere per il percorso di decarbonizzazione e di efficientamento energetico delle proprie attività al fine di ridurre le emissioni e i consumi. Il provvedimento, del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 256 del 2 novembre 2023.
Gli incentivi possono arrivare a un massimo del 60% delle spese ammissibili, secondo lo schema dei contratti di sviluppo che rappresentano uno degli strumenti di maggiore impatto ai fini della transizione verde nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). I dettagli dei finanziamenti sono contenuti nel decreto del ministero delle Imprese e del Made in Italy dello scorso 14 settembre.
Contributi a fondo perduto 60% dei contratti di sviluppo per ridurre le emissioni
Si potrà presentare domanda dei contributi a fondo perduto messi a disposizione dal Mimit per la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti da parte delle imprese nello svolgimento delle proprie attività. In particolare, gli obiettivi di transizione ecologica e verde delle attività dovrà essere raggiunta mediante l’aumento dell’elettrificazione delle attività industriali, in grado di poter utilizzare anche le nuove tecnologie a idrogeno e i relativi combustibili derivati.
Tutte queste attività, in grado di tagliare le emissioni del gas serra, sono finanziate dal ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) mediante contributi stanziati a favore delle imprese all’interno dei contratti di sviluppo. Tali contratti sono stati rivisti, dunque, in ottica di transizione ecologica e di riduzione delle emissioni di CO2 e dei consumi.
Contributi fondo perduto Mimit, chi e per cosa può richiedere gli incentivi?
Tra le spese ammissibili ai contributi a fondo perduto per la decarbonizzazione e l’efficientamento energetico delle attività delle imprese, rientrano gli acquisti di attrezzature, di macchinari e di impianti occorrenti a consentire l’elettrificazione delle attività, per passare all’idrogeno oppure ai combustibili che derivino dall’idrogeno, nonché per il miglioramento dell’efficienza energetica.
Sono ammissibili anche le differenze di costi derivanti tra quelli in programma e i risparmi sui costi o le entrate in più, rispetto a un contesto di assenza degli incentivi. In questo caso, l’agevolazione dura per tutta la durata dell’investimento.
Incentivi per la decarbonizzazione: ecco quali sono le spese ammissibili
Nello specifico, i contributi a fondo perduto per gli investimenti delle imprese che consentano la decarbonizzazione sono pari al 60% delle spese a fonte di una riduzione del 40 per cento delle emissioni di gas serra. La riduzione deve essere raggiunta mediante l’utilizzo di idrogeno rinnovabile. La percentuale di incentivo si riduce al 30 per cento delle spese ammissibili in caso di riduzione del 40 per cento delle emissioni di gas serra se l’impresa dovesse puntare sull’elettrificazione dei processi di produzione.
Il 30 per cento dei contributi è, infine, assicurato a fronte di spese sostenute dall’impresa e indirizzate ad ottenere il risparmio del 20 per cento di consumo di energia in relazione alle attività sopra descritte.
Incentivi per la transizione ecologica del ministero delle Imprese e del Made in Italy
Differenti sono le percentuali di contributi a fondo perduto del Mimit per gli investimenti effettuati dalle imprese in ottica di transizione ecologica. In tal caso, gli incentivi arrivano al 20 per cento delle spese effettuate a favore di investimenti realizzati nelle zone “C” degli aiuti di Stato a finalità regionale, nel periodo dal 2022 al 2027.
La percentuale sale al 35 per cento nel caso di investimenti realizzati nelle zone “A”, mentre il 15 per cento è riservato agli investimenti realizzati nelle aree non comprese nella Carta degli aiuti di Stato.