Con il tasso di inflazione alle stelle molti investitori si domandano se sia meglio investire in obbligazioni o in azioni. La risposta sta nella valutazione delle caratteristiche.
Azioni o obbligazioni? Le variabili da valutare sono molte, ma bisogna subito distinguere tra titoli azionari e titoli obbligazionari. Le azioni sono titoli che consentono di recuperare gli incrementi improvvisi del carovita rispetto ai titoli obbligazionari. I bond si possono distinguere tra quelli che offrono una cedola fissa e quelli che offrono una cedola variabile.
I titoli obbligazionari a cedola fissa consentono di avere un’idea su quanti soldi si possono ottenere dal bond per tutta la durata contrattuale. Tuttavia, se sale il tasso di inflazione, è possibile che i risparmiatori possano perderci. Nel caso in cui il titolo sia a cedola variabile, i tassi di interesse si adattano al trend inflattivo. Nel caso in cui l’inflazione salga, anche le cedole si adattano.
Azioni o obbligazioni? Su cosa è meglio investire per fare fronte all’inflazione? Dipende da diversi fattori, ma occorre fare chiarezza.
Con l’inflazione conviene investire in obbligazioni?
I bond inflation linked sono titoli obbligazionari legati all’inflazione: si tratta di una particolare categoria di bond a tasso variabile, il cui rendimento non è legato ai tassi d’interesse, ma al trend dell’indice dei prezzi.
Il rendimento viene riconosciuto all’interno di ogni cedola oppure in una maxi-rata che viene ripagata alla fine della scadenza. Bisogna tenere debitamente conto delle tasse che devono essere esborsate: nel caso in cui i tassi d’interesse siano esigui, il rendimento post prelievo fiscale potrebbe non essere adeguato al carovita.
Con l’inflazione è bene investire in azioni?
I titoli azionari sono di proprietà di una società quotata sul mercato borsistico ed il valore della società emittente varia come il prezzo di rimborso del titolo obbligazionario. Tuttavia, il valore della società che emette i titoli azionari si adatta al carovita generale.
I titoli azionari sono meglio dei titoli obbligazionari a tasso fisso in momenti in cui c’è rilevante incertezza sul tasso inflazionistico, che rischia di salire vertiginosamente. Bisogna tenere debitamente conto del fatto che l’inflazione è improvvisa e va a spiazzare gli investimenti in titoli obbligazionari, arricchendo le casse dello Stato a scapito dei soggetti risparmiatori. I problemi sono ancora più gravi nel caso in cui vi sia iperinflazione.
Quando l’inflazione aumenta su cosa conviene investire?
Quanto l’inflazione incrementa è sempre buon consiglio diversificare il portafoglio degli investimenti: possibile investire sui titoli statali, sui titoli azionari, sugli Etf, sulle obbligazioni corporate, sulle materie prime e su tanto altro. Diversificare il portafoglio investimenti aiuta a proteggere il denaro dalla perdita di valore.
Investire in titoli obbligazionari consente ai risparmiatori di ottenere una certa stabilità, mentre i titoli azionari offrono rendimenti più elevati nel medio-lungo periodo. Per proteggersi dall’inflazione una buona soluzione potrebbe essere quella di acquistare e detenere materie prime fisiche, tra cui lingotti, barre e monete in oro o in argento.
L’incremento dell’inflazione può avere un impatto negativo sui titoli obbligazionari, che pagano un tasso di interesse fisso. L’incremento dei prezzi riduce il potere di acquisto del rendimento. Conseguentemente i risparmiatori potrebbero essere meno interessati a detenere nel proprio portafoglio bond statali in quanto il rendimento reale potrebbe essere eroso.