I media israeliani riferiscono di proteste davanti a casa del premier israeliano, Benjamin Netanyahu. I contestatori si sono riuniti davanti alla residenza di Gerusalemme del primo ministro e hanno attaccato a urlare slogan contro di lui. Rabbia da riversargli addosso in questi giorni di crisi nella Striscia di Gaza.

Il premier israeliano Netanyahu contestato davanti alla sua abitazione di Gerusalemme

Manifestazioni pro-Palestina a Roma e a Milano, ma anche a Berlino e Parigi. Manifestazioni pro-Israele sempre a Milano. Insomma, oggi vi stiamo raccontando un sabato irrequieto. Ma una protesta davanti a casa di Netanyahu, al quale la gente chiede le dimissioni immediate, fa notizia quanto e più di altre. Tutti contro “Bibi”, ritenuto responsabile per negligenza dell’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. E la giornata non era certo cominciata nel migliore dei modi, con il brusco addio di Erdogan.

Pur rimanendo compatti, uniti contro il nemico comune Hamas, gli israeliani stanno però mostrando in vari modi il loro disappunto e la loro sfiducia nei confronti di quello che dovrebbe essere, sulla moda americana, il “comandante in capo“. C’è certo l’onda lunga delle innumerevoli proteste contro la riforma della giustizia, ma c’è anche il flop dei servizi di intelligence legato all’attacco del 7 ottobre, per non parlare di vicende imbarazzanti come quella legata al figlio 32enne Yair, accusato di essersi “imboscato” a Miami alla faccia della chiamata alle armi in patria.

Si fanno i nomi del possibile successore. Su tutti Gantz, ma è ancora presto

Nel frattempo, diventa sempre più insistente quello che in Italia chiameremmo totonomi sul possibile successore. Difficile immaginare un nome di un esponente più a sinistra del Likud. Anzi, difficile comporre una maggioranza che escluda proprio il partito di Bibi; per cui i pronostici vanno tutti sull’attuale ministro dell’Economia Nir Barkat. In caso di elezioni, le porte sembrano invece spalancate per Benny Gantz. Non foss’altro per i picchi di popolarità di cui l’attuale ministro della Difesa per ovvie ragioni gode.