Papa Francesco ha incontrato questo pomeriggio circa 4mila membri del Charis, il Servizio internazionale per il Rinnovamento carismatico cattolico, 5 anni dopo la sua nascita. Per l’occasione il pontefice ha tenuto un discorso in cui ha toccato molti temi legati all’attualità, a partire dalla guerra.
“In occasione del nostro primo incontro, nel giugno 2019 – e sono passati anni già – abbiamo fatto un momento di silenzio pregando per la pace, ricordando l’incontro in Vaticano dei Presidenti dello Stato di Palestina e dello Stato di Israele. Fratelli e sorelle la guerra distrugge anche la memoria dei passi compiuti verso la pace. La guerra distrugge tutto. Tutto. Toglie l’umanità.
L’altro giorno, il 2 novembre, sono andato a celebrare Messa al cimitero militare del Commonwealth; entrando, guardavo nelle tombe le età dei caduti: tutti giovani, tra 20 e 30 anni. Distrugge la gioventù, non sa dire altra cosa che distruggere. Per favore, lottiamo per la pace. Non lasciamoci rubare questa memoria della pace!”
Papa Francesco: ”Il cammino di santità deve sempre progredire”
Il Papa prosegue nel proprio discorso soffermandosi sul Battesimo, un sacramento che deve essere considerato l’inizio del cammino per i cristiani. Il Pontefice ribadisce come sia profondamento sbagliato dar per scontato di essere pienamente cristiani solo dopo il battesimo, evidenziando il bisogno di un cammino continuo di ciascuno.
“Non bisogna dare per scontato che, una volta ricevuto il Battesimo nello Spirito, già si è pienamente cristiani. Il cammino di santità deve sempre progredire, nella conversione personale, nel dono generoso di sé, dono a Cristo e agli altri, e non solo in vista del “benessere spirituale” individuale.
Se qualcuno mi domanda: “Ma, mi dica un segnale: cosa fa la vera vita del rinnovamento in una persona?”. Quello che mi viene in mente è che le persone che vivono a fondo il rinnovamento, sanno sorridere: sanno sorridere. E questo sorriso vi aiuterà a vigilare nel non entrare nella tentazione dei giochi di potere e di influenza, respingendo il desiderio di primeggiare e di comandare, perché il vero compito è servire.”
È costante il rimando alla guerra in Medio Oriente
Il Pontefice, ad ogni occasione pubblica, lancia un monito alle guerre in corso in Medio Oriente. Il papa, in particolare, compie puntualmente un appello verso una tregua umanitaria per permettere gli ingressi degli aiuti nella Striscia di Gaza. Al suo interno si trovano circa 2 milioni di persone alle prese con una carenza ormai endemica di cibo, acqua e medicinali.
Sull’inutilità della guerra si era espresso solo pochi giorni fa, in occasione della giornata per celebrare i morti:
“Non c’è vittoria totale, no. Uno vince l’altro, ma là dietro c’è la sconfitta del prezzo pagato. Oggi pensando ai morti, alla memoria dei morti e avendo la speranza, chiediamo al Signore la pace, perché la gente non si uccida più nelle guerre.”
In particolare si sofferma spesso sulla situazione di Gaza, dichiarando di essere a stretto contatto con la parrocchia del posto, che conta poco più di 500 persone.
“Il viceparroco egiziano, padre Yussuf lo chiamo tutti i giorni e mi dice ‘ma questo è terribile, adesso l’ultima cosa è che hanno bombardato l’ospedale ma a noi in parrocchia ci rispettano, in parrocchia abbiamo 563 persone, tutti cristiani e anche qualche musulmano”.