Il problema della scalabilità è uno dei più complessi da risolvere per le criptovalute. Sin dagli inizi Bitcoin e Altcoin hanno messo in evidenza la difficoltà di garantire un alto numero di transazioni senza risentirne sul piano delle prestazioni, un problema tale da far dubitare sulle effettive possibilità di rappresentare in futuro un mezzo di pagamento adeguato.

Molti progetti sono stati impostati per cercare di risolvere queste lacune. Tra di essi c’è anche Zilliqa, che ha deciso di appoggiarsi sullo sharding per fornire una risposta adeguata in tal senso. Andiamo quindi a vedere di cosa si tratti e se l’intento su cui è fondata sia stato effettivamente conseguito.

Zilliqa: di cosa si tratta?

Zilliqa è una blockchain pubblica ideata da Prateek Saxena, un professore, dell’Università Nazionale di Singapore. Idea maturata nel preciso intento di risolvere i problemi di scalabilità e throughput (la quantità di dati che possono essere trasmessi in un determinato arco temporale) evidenziati da molte criptovalute, a partire da Bitcoin e, prima del Merge, da Ethereum. Lo strumento che è stato adottato per raggiungere questo ambizioso obiettivo è lo sharding, ovvero la tecnica adottata in ambito blockchain per incrementare la scalabilità e la velocità delle transazioni.

Proprio la suddivisione della rete in nodi delegati all’esecuzione di processi in parallelo consente di conseguire risultati in tal senso, anche se ancora non è del tutto chiaro se il sistema non risenta in termini di sicurezza.

Per quanto concerne Zilliqa, sono gli sviluppatori ad affermare che sia la prima blockchain a fornire risultati concreti alle esigenze di partenza. Il white paper, in particolare, non ha timori nell’affermare che la sua blockchain, grazie agli shard, riesce a conseguire una velocità in termini transazionali circa mille volte superiore a quella di Ethereum. Un dato il quale, però, non tiene conto del Merge cui è stata sottoposta la creazione di Vitalik Buterin.

Grazie al lavoro di sviluppo, comunque, Zilliqa si configura come una blockchain permissionless caratterizzata dalla capacità di elaborare transazioni in gran numero in un determinato arco temporale. Di conseguenza gli utenti sono in grado di utilizzarla per sviluppare applicazioni decentralizzate e contratti intelligenti senza timori collegati a costi troppo elevati del gas o alla congestione di rete.

Come funziona Zilliqa

Come abbiamo già sottolineato, le prestazioni di Zilliqa sono state rese migliori dall’apporto dello sharding. Per effetto di questa tecnica, infatti, è possibile la suddivisione di una rete in più cluster di nodi, gli shard appunto. Queste sezioni più piccole sono in grado di elaborare ogni transazione separandola dalle altre, permettendo ai minatori di verificarle in parallelo.

Il risultato che consegue da questo modo di procedere si evidenzia evitando che un unico grande gruppo di transazioni si riveli complicato da validare, rallentando tutto il sistema. Le reti fondate sullo sharding si giovano peraltro della loro grandezza: maggiori sono le loro dimensioni e più elevata è la velocità delle transazioni, proprio perché è più alto il numero degli shard.

Per risolvere il problema delle blockchain fondate sullo sharding, la difficoltà di conseguire il consenso, Zilliqa mette in campo un meccanismo di consenso ibrido. In pratica la verifica viene delegata al livello degli shard, cui aggiunge un ulteriore livello, formato da un comitato di nodi cui spetta il compito di combinare tutti i blocchi in uno soltanto per poi accedere alla blockchain principale, al fine garantire l’effettiva validità della verifica operata.

Le prospettive per il futuro

Zilliqa si affaccia al futuro con una certa fiducia. La decisione di puntare sullo sharding per aumentare le proprie prestazioni potrebbe farne un notevole strumento di pagamento, in un ambito estremamente concorrenziale. Attualmente ZIL si trova al 101° posto nella classifica relativa alla capitalizzazione di mercato, ma nutre fondate speranze di risalita, anche se non può vantare l’esposizione mediatica di Bitcoin o Altcoin più note.

Speranze che si basano proprio sui livelli tecnologici evidenziati, tali da dare una risposta concreta al problema della scalabilità. Una risposta che sta trovando un apprezzamento sempre più evidente, considerato come nel corso del tempo la produzione giornaliera di blocchi sia passata da 900 a 2500.