Fiorentina-Juventus non una è partita normale ed è inutile cercare di far finta di niente, la rivalità c’è e i motivi che la spingono anche.
Fiorentina-Juventus è sempre stata ritenuta una partita ad alto rischio pertanto il giorno in cui la si deve giocare le prefetture dell’una o dell’altra città a seconda di dove si disputano le gare (se a Torino o a Firenze) mettono in moto delle procedure nelle ore immediatamente precedenti e nelle ore immediatamente successive affinché siano garantite la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Fiorentina-Juventus è equiparato ad un derby, pur non appartenendo alla stessa città i sentimenti dei tifosi nei giorni precedenti la partita tra queste due squadre sono conditi da diversi stati d’animo. Anche se l’impressione che palesemente si riscontra è che gli atteggiamenti di odio viaggiano solo in un’unica direzione ovvero da Firenze verso Torino.
Perché dico questo? Perché la rivalità sembra sia sentita solo da una sponda e non dall’altra, l’altra magari reagisce di conseguenza. Se andiamo a ritroso e diamo uno sguardo ai motivi che spingono ad accendere ogni volta questa partita allora ci accorgiamo che nascono tutti dai tifosi della Fiorentina.
Fiorentina-Juventus, i motivi della rivalità
Fiorentina-Juventus si porta addosso il fardello della rivalità estrema perché negli anni ci sono stati degli avvenimenti legati al calcio non “sopportabili”. La rivalità dunque che nasce dal senso di rifiuto di una tifoseria (viola) verso un’altra (bianconera) però non ha sempre avuto ragioni sportive consumate sul campo. Vediamole tutte
La rivalità per i risultati sul campo
L’11-0 DEL CAMPIONATO 1928/1929
Così si chiamava la massima serie calcistica italiana che era divisa in gironi. In quell’annata il girone B lo vinse il Bologna che andò a disputare la fase nazionale che attribuiva poi lo scudetto e la Juventus arrivò alle sue spalle qualificandosi per la Coppa dell’Europa Centrale. La Fiorentina invece retrocesse da ultima in classifica in terza serie.
Nella 2ª giornata di andata di quel campionato si disputò a Torino il 7 ottobre del 1928 al Campo di corso Marsiglia Juventus-Fiorentina. Da un lato c’era una squadra zeppa di professionisti e giocatori già affermati, dall’altra una squadra rimaneggiatissima e piena di giocatori alle prime esperienze. La partita terminò 11-0 perché una Juventus spietata infierì inesorabilmente su una squadra a dir poco inferiore sotto tutti i punti di vista. Il tifosi fiorentini promisero rivalità a quelli della Juventus.
CAMPIONATO DI SERIE A 1981/1982
Il campionato di quell’anno è stato caratterizzato da un testa a testa tra le due squadre che negli due scontri diretti hanno pareggiato e con lo stesso risultato di 0-0. All’ultima giornata Fiorentina e Juventus erano appaiate in testa alla classifica con 44 punti.
La viola giocava a Cagliari e dopo che a Graziani gli venne annullato un gol la partita terminò 0-0, mentre la Juventus a Catanzaro e in virtù di un calcio di rigore trasformato da Brady (ritenuto molto dubbio e che scatenò l’ira die tifosi avversari ma soprattutto di quelli fiorentini) conquistò i due punti che valsero il 20esimo scudetto.
FINALE DI COPPA UEFA 1990
L’edizione 1989/1990 fu ricordata perché fu la prima ad accogliere una finale tutta italiana nelle coppe europee. La Juventus di Dino Zoff e la Fiorentina di Ciccio Graziani diedero vita ad un doppio confronto interessantissimo.
All’andata il 2 maggio del 1990 vinse la Juve per 3-1 e quel risultato suscitò polemiche a non finire perché ritenuto falsato da giocatori e tifosi viola per un arbitraggio a detta di loro ad appannaggio dei bianconeri.
Il ritorno giocato ad Avellino il 16 maggio del 1990 (il Franchi era in ristrutturazione per i mondiali 90 e il Curi di Perugia stadio prestato per le partite casalinghe della Viola era squalificato) terminò 0-0 e la Juventus potè festeggiare la conquista della sua seconda Coppa UEFA.
La rivalità per Dna e trasferimenti
Il tifoso viola da sempre prova il senso dell’odio sportivo nei confronti della Juventus. Non solo i risultati sportivi sullo sfondo ma soprattutto un modo diverso di pensare e di comportarsi.
Alla Juventus i tifosi fiorentini condannano quel senso di strafottenza borghese che la pone sopra tutti e tutto perché vince sempre. Il senso di superiorità che ha dimostrato e dimostra sempre anche attraverso dei tifosi che la sostengono solo perché è facile farlo, del resto i risultati sono quasi sempre dalla parte del più forte.
Contrariamente il tifoso Viola è attaccato di più alle sue radici, ha un entità ben precisa più operaia e non costretta a tifare la squadra della propria città.
La tifa sempre anche nelle sofferenze più grandi e nei fallimenti sportivi fino al fallimento, quello che a detta di loro non fa la stragrande maggioranza degli juventini che da quasi tutta Italia.
L’odio verso quel Dna vincente però si è diffuso ancora di più e anche in altri periodi soprattutto quando ci sono stati dei trasferimenti che hanno creato e non poco delle piccole guerriglie, pensiamo alla cessione di Roberto Baggio.
Quel giorno Firenze fece un insurrezione e dovettero mobilitarsi anche le forze di polizia per ripristinare la normalità. Normalità che non c’è stata più da quel giugno del 1990.
Oppure pensiamo ai trasferimenti di Bernardeschi prima nel 2017 e Chiesa poi nel 2020. I due pupilli cresciuti nel settore giovanile gigliato contestatissimi e ora visti come gli acerrimi nemici da odiare a tutti i costi solo perché sono giocatori che nella loro carriera hanno deciso di prendere un volo cha va da Firenze a Torino.
Chi invece ha preso il volo alcuni anni prima da Torino a Firenze (vedi Torricelli e Di Livio negli anni 2000, ma anche Causio e Cuccureddu nel passato più lontano) per vestire la maglia della Fiorentina è divenuto il giocatore da osannare. Questioni di punti di vista che spesso però fanno male al calcio e alimentano la crescita di una mentalità becera.