Ethereum è una rete open source basata su una blockchain. Al suo interno, i compiti di elaborazione e convalida delle transazioni sono svolte dai nodi, scelti su base assolutamente casuale, stante la presenza nel sistema del meccanismo di consenso Proof-of-Stake, resa possibile dal Merge.
Per il lavoro prestato, i nodi, ovvero i minatori, sono destinatari di una ricompensa. È in questa fase che si rivela essenziale il gas, la cui funzione è annunciata proprio dal nome: si tratta infatti del propellente intorno al quale gira il sistema. Come l’automobile necessita di combustibile, Ethereum ha bisogno di gas per portare a termine le operazioni cui è delegata.
Il gas di Ethereum: come funziona
La rete Ethereum funziona alla stregua di un computer, denominato Ethereum Virtual Machine. Al suo interno sono svolti i contratti intelligenti (smart contract), la maggior parte dei quali usano come linguaggio di programmazione Solidity. Ognuna delle linee che compongono il codice necessita di un determinato quantitativo di gas per la sua esecuzione.
Il gas va in pratica a coprire dati e calcoli e la sua quantità dipende dall’hashrate, ovvero dal numero di minatori presenti sul sistema. Per averne un numero congruo, occorre incentivarli a partecipare e per farlo si prospetta la partecipazione ad una attività estremamente redditizia, quella relativa all’aggiunta di blocchi alla catena. Proprio per poter corrispondere tali ricompense viene utilizzato ciò che gli utenti pagano per il gas utilizzato durante le transazioni.
Le tariffe del gas sono indicate in “gwei”, noto anche come nanoether, il cui valore corrisponde a 0,000000001 ETH. Il loro pagamento va a compenso dell’energia informatica necessaria al fine di poter condurre a termine le transazioni. Nello stabilimento del prezzo, occorre considerare che Ethereum è in grado di elaborarne solo un certo numero, oltre il quale si sovraccaricherebbe, con rallentamenti di tutto il sistema.
Ai minatori spetta il compito di monitorare il numero di richieste pervenute e, soprattutto, quali privilegiare. Nel farlo prendono in considerazione l’offerta relativa al gas. In pratica, gli utenti che pagano di più vedranno soddisfare prima la loro richiesta. In tal modo si opera la separazione del costo della transazione da quello dell’ETH, impedendo che le operazioni risultino troppo gravose. Nel caso in cui la quotazione di mercato del token varia, non ci sono riflessi su quello delle transazioni.
Come evitare un costo troppo elevato del gas di Ethereum
Occorre a questo punto specificare che sono gli utenti ad indicare preventivamente la quantità di gas che si è disposti a pagare, ponendo un tetto. Si tratta di un’indicazione fondamentale. Se, infatti, si indica una quantità insufficiente di gas per risparmiare, può accadere che la transazione si blocchi per il suo esaurimento prima di essere condotta in porto. In questo caso, però, la commissione non viene rimborsata.
Per l’utente è però possibile risparmiare in altro modo, senza mettere a repentaglio la riuscita dell’operazione. Può infatti fare leva su alcuni accorgimenti come i seguenti:
- scegliendo le tempistiche migliori, ad esempio evitando le ore di maggiore congestione della rete;
- utilizzando le cosiddette soluzioni layer-2, ovvero i livelli secondari costruiti sulla blockchain principale proprio nell’intento di alleviare in maniera significativa il carico transazionale su di essa;
- adeguando manualmente il prezzo del gas, opzione possibile su alcuni portafogli. L’impostazione di un prezzo del gas più basso può far risparmiare sulla commissione di transazione a scapito dei tempi di elaborazione della transazione, che saranno più lenti.
Se questi sono gli accorgimenti possibili per risparmiare sul costo delle transazioni, occorre naturalmente sottolineare con forza che la cosa realmente fondamentale è assicurarsi che le stesse possano andare a buon fine. Quindi, risparmiare va bene, a patto che non vada a discapito della sicurezza in tal senso.