Dal 2024, parte il concordato preventivo biennale per le Partite Iva, le cui novità sono contenute nello schema del Decreto legislativo discusso il 3 novembre 2023. Si tratta del quinto tassello dell’imponente mosaico della riforma fiscale, in tema di accertamenti e controlli.

Lo schema è stato approvato dal Consiglio dei Ministri e, nel testo, andremo a vedere come funziona e, soprattutto, quali sono i vantaggi per contribuenti e fisco.

Come funziona il concordato preventivo per le Partite Iva

Il 3 novembre 2023, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo schema del Decreto legislativo che contiene, tra le tante, anche il concordato preventivo per le Partite Iva.

Il Decreto legislativo attua un nuovo capitolo della riforma fiscale, con l’introduzione di nuove disposizioni in materia di accertamento, oltre che dare il via ufficiale al concordato preventivo per i titolari di Partita Iva che applicano gli ISA e i forfettari.

Come funziona il concordato preventivo? Il meccanismo non è molto complesso. Innanzitutto, si tratta di un patto con i lavoratori autonomi sui redditi, della durata di due anni.

Entro il mese di aprile del 2024, l’Agenzia delle entrate invierà ai contribuenti titolari di Partita Iva e alle piccole e medie imprese una lettera con la proposta di concordato.

Nella lettera dell’Agenzia delle entrate verrà indicato il reddito, calcolate le imposte sui redditi e l’Irap per un biennio. Il contribuente avrà tempo fino al mese di luglio per decidere se aderirvi oppure no. In sostanza, i contribuenti potranno accordarsi in anticipo per due anni sui propri redditi con il fisco.

Inoltre, saranno resi disponibili anche specifici software per acquisire i dati necessari. I programmi potranno essere utilizzati sia dai contribuenti che dagli intermediari.

A chi è rivolto l’accordo? Precisamente, l’accordo è rivolto ai contribuenti titolari di partita Iva esercenti attività d’impresa, arti o professioni:

  • Forfettari;
  • ISA.

Si tratta di una misura rientrante tra gli interventi volti a potenziare gli istituti per l’adempimento spontaneo.

Quali sono i vantaggi per contribuenti e fisco

I contribuenti che accetteranno la proposta elaborata dall’Agenzia delle entrate dovranno dichiarare gli importi concordati nella dichiarazione dei redditi e IRAP dei periodi di imposta interessati. Le somme non versate saranno iscritte a ruolo.

Quali sono i vantaggi per i contribuenti e per il fisco? In caso di aumento o diminuzione del reddito effettivo rispetto a quanto concordato non ci saranno modifiche di calcoli, in sede di adesione della proposta.

Qual è il principale vantaggio del concordato preventivo biennale? Le somme eccedenti incassate rispetto a quelle dichiarate non verranno tassate. Di contro, non verranno effettuate modifiche in diminuzione anche in caso di reddito effettivo inferiore.

Quindi, oltre a non pagare né imposte né contributi sull’eventuale maggiore reddito, la proposta potrebbe essere estesa per altri due anni, con una nuova proposta da parte del fisco. Infine, nei due anni di concordato non potranno essere fatti ulteriori accertamenti.

Quando cessa o decade il concordato

In alcuni casi, la cessazione del concordato sarà immediata. Quando? Al verificarsi di una delle seguenti condizioni:

  • Il contribuente cessa l’attività;
  • Il contribuente modifica l’attività svolta nel corso del biennio rispetto a quella esercitata nel periodo di imposta precedente il biennio stesso.

Ci sono anche casi di decadenza. Quando decade il concordato preventivo? Se a seguito di un accertamento risultano “attività non dichiarate o l’inesistenza o l’indeducibilità di passività dichiarate”, di valore superiore al 30 per cento dei ricavi dichiarati.

Il concordato decade, altresì, a seguito di modifiche o integrazioni della dichiarazione dei redditi. Per verificarsi la decadenza, le modifiche devono comportare una quantificazione diversa dei redditi oppure del valore della produzione netta rispetto a quelli di base.

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