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D. La vostra è una reti di associazioni, giusto? Di cosa si occupa principalmente, qual è il vostro obiettivo?

R. E’ una rete di comitati che non è formalmente costituita, sono uno degli attivisti, non sono il presidente. “Stop Biocidio” è un coordinamento, una rete di comitati che mette un po’ insieme le realtà che lavorano nella Terra dei fuochi con le realtà che lavorano per il ciclo alternativo dei rifiuti, una diversa economia circolare, rifiuti zero, anche con i comitati che lavorano sulla parte più legata diciamo alle industrie più inquinanti, ai siti da bonificare nella regione Campania. Questa è una rete che si articola in varie attività: innanzitutto la denuncia e la mobilitazione, ma alterna varie forme di mobilitazione (dalla manifestazione alla raccolta firme, alle denunce collettive fino alle ricerche scientifiche), insomma in varie forme prova a guardare a questo problema da un lato dal punto di vista della denuncia, dall’altro provando a promuovere delle soluzioni alternative a quelle che sono attualmente in campo che effettivamente non sono soluzioni.

D. Che intendi con “soluzioni alternative”? Puoi fare qualche esempio?

R. Ora abbiamo fatto un percorso di costruzione partecipata dal basso di una piattaforma di punti, diciamo una piattaforma di rivendicazioni su vari temi dentro cui si articola il problema della Terra dei fuochi, che abbiamo condiviso anche con il Ministero per l’Ambiente, con i vari comuni del territorio campano, che si articola dalle soluzioni alternative sul piano dei rifiuti urbani, sul piano dei rifiuti speciali, sulle bonifiche fino a parlare del ciclo delle acque, insomma sui vari temi della salute, un tema centrale nella questione della Terra dei Fuochi, che si articola sui vari elementi che compone questa problematica.

D. Un approccio a tutto tondo, non legata solo all’interramento dei fiuti o al rogo…

R. Quella diciamo è solo la parte legata al ciclo illecito dei rifiuti industriali, no? I problemi ambientali in regione Campania hanno a che fare anche con lo smaltimento, il trattamento del ciclo dei rifiuti urbani, che pure è un ciclo che non funziona: chiaramente fa meno danni rispetto al ciclo dei rifiuti industriali, però comunque è un problema diciamo da tenere in considerazione. C’è la questione bonifica, che è una questione centrale, considerando che la regione Campania è la regione con più siti, solo fra quelli censiti dal registro bonifico regionale, da bonificare o potenzialmente contaminati d’Italia, per cui è un tema enorme quello dei siti da bonificare oltre poi quelli diciamo a quelli di interesse regionale o nazionale, cioè i Sis o i Sir, che sono dei siti che vanno a parte, cioè sono considerati in qualche modo oltre quelli del registro siti da bonificare regionale.

D. Prima mi avevi citato il Ministero per l’Ambiente, come giudichi il vostro rapporto con le istituzioni nazionali o regionali? E’ un rapporto costruttivo oppure trovate difficoltà ad approcciarvi?

R. I rapporti con le istituzioni è sempre un elemento che dipende dal momento, dagli interlocutori che si trovano, dalla disponibilità che questi interlocutori hanno nell’ascolto delle istanze che vengono dai cittadini, quindi è molto variabile. E’ chiaro che se dobbiamo dare un giudizio fino ad oggi probabilmente è un giudizio negativo, nel senso che purtroppo non sempre si riesce ad essere efficaci nell’applicare le soluzioni che vengono prospettate, evidentemente per motivi d’interesse anche politico, di gruppi di interesse che spingono sulle questioni che poi provocano danni ambientali in Campania.

D. Oltre a questi interessi che hai citato, perché le vostre proposte non sono accettate?

R.