Rottamazione delle cartelle, cosa succede in caso di mancato, insufficiente o tardivo pagamento della rata in scadenza il 6 novembre 2023? Il quesito riguarda i contribuenti con cartelle e carichi fiscali verso l’Agenzia delle entrate – Riscossione (Ader) che non riusciranno a versare quanto dovuto nella scadenza. In agenda, si tratta del termine del 31 ottobre 2023, allungato dei cinque giorni di tolleranza e dal fatto che il 5 novembre capiti di domenica.
Il termine ultimo, quindi, non può slittare oltre lunedì 6 novembre 2023, giorno entro il quale i contribuenti dovranno pagare il 10 per cento dell’intero debito. Un altro 10% dovrà essere versato entro il 30 novembre prossimo (termine ultimo il 5 dicembre 2023), prima di saldare le restanti 16 rate di importo uguale e inferiore al 10% delle prime due. Le altre scadenze non saranno così ravvicinate.
Tra una rata e l’altra passeranno tre mesi. In realtà, prima che il termine di presentazione della domanda di definizione agevolata slittasse dal 30 aprile al 30 giugno 2023 (e risposta dell’Agenzia delle entrate entro il 30 settembre scorso), anche le prime due rate erano distanziate di tre mesi (a fine luglio e a fine ottobre).
Rottamazione cartelle, pagamento mancato, insufficiente o tardivo rata in scadenza il 6 novembre 2023: cosa fare?
Le prime due rate della Rottamazione delle cartelle del 2023 risultano, quindi, le più ostiche da pagare. In caso di mancata, insufficiente o tardivo pagamento entro le scadenze indicate, del versamento in un’unica soluzione o di una delle rate di dilazione del pagamento del debito verso l’agente della riscossione, si decade dal piano di definizione agevolata. Ciò significa che la definizione agevolata non produce più i suoi effetti e il pagamento di quanto dovuto nei confronti dell’Agenzia delle entrate – Riscossione (Aver) riprende a decorrere insieme ai termini di prescrizione e di decadenza per il recupero dei debiti oggetto della dichiarazione.
In una situazione di questo tipo, i debiti già pagati costituiscono un acconto di quanto dovuto nel complesso. Quindi, l’Agenzia delle entrate – Riscossione proseguirà l’attività volta a recuperare quanto dovuto dal debitore fiscale.
Rottamazione cartelle tardivo pagamento, ecco cosa bisogna pagare in più
Gli effetti negativi del mancato pagamento si verificano anche per una sola rata e anche nel caso di tardivo o insufficiente versamento di quanto dovuto. Per tardivo pagamento si intende quello effettuato dopo i cinque giorni di tolleranza concessi. Nel caso della rata in scadenza al 31 ottobre 2023, si considera tardivo il pagamento effettuato dal 7 novembre in poi.
In caso di ritardo o di mancato pagamento, le somme a debito si ricostituiscono con interessi e sanzioni che dovranno essere pagati per intero (e non azzerati per effetto della Rottamazione quater). Si pensi a un debito elevato verso il Fisco di 50.000 euro che, togliendo sanzioni e interessi, si riduce a 20.000 euro.
Nel caso in cui il contribuente sia arrivato a pagare i primi 17.000 euro per effetto del versamento rateale e non paghi in tempo una delle ultime rate, perderebbe i vantaggi della definizione agevolata 2023 con la ricostituzione del debito originario verso il Fisco. Pertanto, la somma già pagata costituirebbe un acconto sul debito complessivo, e rimarrebbero da pagare interessi e sanzioni fino ad arrivare a 50.000 euro.
Decadenza dalla definizione agevolata 2023, come pagare il residuo?
Diversamente da quanto avvenuto per le precedenti rottamazioni, nella quater la decadenza segna il ritorno alle regole ordinarie di pagamento. Il contribuente, dopo la ricostituzione del debito, può scegliere di pagare a rate il residuo, ma non con le regole della definizione agevolata, ma con quelle ordinarie. Le rate successive alle prime due cadono, per tutti i prossimi anni, a fine febbraio, maggio, luglio e novembre.