Bandiere pro Palestina in curva: il Celtic sospende un gruppo di tifosi. – “Serie di atteggiamenti e comportamenti attuati in vari match”. Con questa motivazione ufficiale, il Celtic – storico club scozzese – ha deciso di sospendere gli abbonamenti dei vari componenti del gruppo ultras Green Bregade (la Brigata Verde). In realtà la motivazione sembra essere più profonda e con radici politiche ben più profonde, che toccano il conflitto Israele-Palestina. La scelta del Celtic Glasgow arriva infatti dopo i fatti avvenuti dopo la partita contro l’Atletico Madrid in Champions League. Il club scozzese aveva infatti chiesto di non fare nessun riferimento – con bandiere o altro – all’interno del Celtic Park al conflitto in atto e ai paesi coinvolti. Il gruppo di ultras già citato, però, rispose con immediatezza, dichiarando che gli ultras abbiano tutto il diritto di esprimere le proprie opinioni politiche come qualsiasi comune cittadino fa.

Era solo il preludio a ciò che sarebbe successo. Nel corso del match di Champions League, infatti, i tifosi di quel gruppo hanno a più riprese e in vari modi mostrato vicinanza alla Palestina. Nell’occasione, cercando anche di coinvolgere altri settori dello stadio a fare lo stesso. Atteggiamento che non è piaciuto al Celtic, che ha deciso così di sospendere gli abbonamenti a circa 250 tifosi.

Ultras vicini alla Palestina: il Celtic li sospende

Bandiere, striscioni, cori e altro. Diverse le modalità utilizzate dal gruppo “Brigata Verde” per mostrare vicinanza e sostegno alla Palestina. Ciò che ha poi convinto il club a prendere una decisione netta è stata anche la presenza di una bandiera del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Si tratta infatti di un gruppo non legato direttamente ad Hamas, ma classificato come organizzazione terroristica in tanti paesi, compresi gli Stati Uniti. A quel punto, con una nota ufficiale, il club – avversario della Lazio in Champions League – ha deciso di sospendere gli abbonamenti. Sei gli episodi incriminati, ma senza specifici riferimenti. Solo episodi vaghi e abbastanza generici. Ufficialmente dunque nessuna sospensione per il sostegno al Popolo di Gaza, ma tutti sono praticamente certi sia così. Il gruppo ultras ha infatti fatto anche un comunicato pochi giorni dopo.

“È innegabile che le sanzioni imposte contro gli affiliati alla Brigata Verde siano il risultato della solidarietà impenitente del gruppo con la Palestina. Le sanzioni applicate, in particolare i divieti collettivi, sono evidentemente ingiuste. Individui che sono stati ingiustamente puniti prima di ricevere qualsiasi accusa ufficiale”.

Il precedente in Celtic-Kilmarnock

Per questo motivo, l’1 novembre, nella prima in casa dopo i fatti accaduti in Champions League, il Celtic ha sfidato il St. Mirren in casa senza il supporto del gruppo “Brigata Verde”. La società ha comunicato che gli abbonamenti di tutti gli appartenenti a quel gruppo – si parla di circa 250 persone – sono stati momentaneamente sospesi a causa di “un’escalation sempre più grave di comportamenti inaccettabili e non conformi alle normative”. La motivazione, però, pare sia palese e faccia riferimento agli atteggiamenti pro Palestina. Quella contro l’Atletico Madrid, però, non era la prima volta. Il gruppo ultras aveva mostrato sostegno alla Palestina già il 7 ottobre, durante Celtic-Kilmarnock, vinta 3-1 dagli scozzesi. Ma non è la prima volta che il gruppo prende posizione politica.

Nel corso delle varie stagioni, infatti, gli appartenenti al gruppo hanno manifestato un continuo appoggio a una serie di cause politiche, non solo a quella palestinese. Hanno infatti sostenuto Black Lives Matter e hanno protestato contro “l’uso del papavero” ne “il Giorno della Memoria”. Ma hanno anche esposto vari striscioni in aiuto delle cause nazionaliste dell’Irlanda. Il Celtic non ha dato però una tempistica sulla durata della sospensione di questi abbonamenti. Trovare una soluzione, però, sembra difficile.