Pignoramento conto corrente – Manovra 2024: e se i pignoramenti rapidi dell’Agenzia delle Entrate – Riscossioni fossero già iniziati? Sì, a leggere le ultime novità della Manovra 2024, si fa fatica a comprendere quale “postilla” sia stata ritirata. È possibile che ancora una volta siano state messe in tavola carte diverse? Sembra che la maggioranza politica non sia propensa a “nuove” estensioni dei poteri della Riscossione, salvo polemiche andiamo a verificare cosa dice esattamente l’articolo 23 della bozza della Manovra 2024.

Pignoramento conto corrente – Manovra 2024

 La sensazione è che qualcosa si sia già mosso, e il meccanismo per velocizzare il recupero dei crediti tramite il pignoramento del conto corrente sia già attivo. Per qualcuno, le ultime settimane saranno sembrate un incubo, per altri sono passate nell’indifferenza più totale.

Le disposizioni normative contenute nell’articolo 23 della bozza della Manovra 2024 in tema di espropriazione forzata da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione hanno messo in discussione le certezze future di molti contribuenti.

E pensare che la norma sul pignoramento operato dalla Riscossione, presente nella delega fiscale approvata durante la pausa estiva, era quasi passata senza troppa agitazione ed era persino stata approvata dal Parlamento, dalla stessa maggioranza che successivamente ha dichiarato:

“Non è stata prevista alcuna norma che permetta di prelevare direttamente dai conti correnti”.

Un allarme e un appello, giunti quasi in simbiosi, eppure la verità sta nel mezzo.

Come spiega money.it, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione ha già operato per il recupero dei crediti tramite il prelievo forzoso. Rientra nei pieni poteri dell’Ente impositore il pignorare il conto corrente dei debitori, senza l’autorizzazione del giudice. Allo stesso tempo, non si può nascondere che non esiste una disposizione di legge che permetta alla Riscossione di prelevare quanto dovuto direttamente dal conto corrente dei contribuenti. Tuttavia, la modifica all’articolo 23 mette in discussione gli impegni del governo italiano.

Le novità sull’espropriazione forzata da parte dalla Riscossione

 Nella legge di Bilancio per il biennio 2025/2026 è stato previsto uno stanziamento di un miliardo e 42 milioni di euro. Tuttavia, di questa dote finanziaria sono state confermate risorse per 729 milioni di euro. Questo è il primo punto principale che fa molto riflettere, in quanto è questa la cifra stimata per i pignoramenti rapidi dei conti correnti operati dalla Riscossione.

La maggioranza politica ha modificato l’articolo 23, ma cosa prevedeva ancora prima della modifica? Questa è una delle molte domande ricevute che sollevano il problema dei pignoramenti extra rapidi dell’ex Equitalia.

Nella versione originaria, l’articolo contestato ampliava i poteri dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e recitava:

  • “Prima di procedere al pignoramento dei conti correnti (…) l’agente della riscossione può, in fase stragiudiziale, accedere alle informazioni relative alle disponibilità giacenti sui predetti conti.”

La norma prevista dall’articolo 23 riguardava la possibilità di verificare la liquidità immediata del conto corrente, così da operare un pignoramento “a colpo sicuro”, ossia evitando procedure infruttuose. Infatti, la prima disposizione normativa non rettificata elimina la necessità di richiedere informazioni sui dati bancari, accelerando i tempi delle procedure di circa 30 giorni.

Di conseguenza, bypassando la richiesta di dati bancari e informazioni relative ai rapporti bancari dei debitori, si rivelerebbero immediatamente le disponibilità dei debitori presso uno o più istituti finanziari.

A questo punto, all’Agenzia delle Entrate – Riscossione avrebbe solamente bisogno di emettere e notificare telematicamente al terzo l’ordine di pagamento. La notifica di pagamento sarebbe stata inviata al debitore entro e non oltre trenta giorni dalla notifica al terzo, pena la nullità.

Resta l’accesso libero al conto corrente?

Come spiegato anche da Today.it, tra il prima e il dopo, ovvero tra la bozza e il testo definitivo del disegno di legge c’è poco margine per fraintendimenti. Sicuramente, sono state apportate delle modifiche, peccato che siano solo generico. Infatti, i correttivi hanno riguardato il termine “pignoramento dei conti correnti” sostituito da “recupero coattivo”. Pertanto, il riferimento di legge resta inalterato, e di conseguenza, per il recupero di somme da parte dell’Agenzia delle entrate, cambiano i termini, ma non la sostanza.

Come detto sopra, per il biennio 2025/2026, queste “innovazioni” garantirebbero maggiori introiti nelle casse dell’Ererario grazie alla cancellazione della prassi legata alle indagini. Secondo i dati esposti nella relazione tecnica, questo intervento garantirebbe un incremento di circa 700 milioni nelle casse dello Stato.

Pignoramento Agenzia delle Entrate – Riscossione: come funziona oggi?

Attualmente, il pignoramento è preceduto da un iter ben specifico:

  • notifica dell’avviso di intimazione;
  • notifica della cartella di pagamento almeno da più di un anno.

Dalla data di notifica dell’avviso di intimazione, il debitore dispone di 5 giorni di tempo per regolarizzare la sua posizione, richiedendo anche la rateizzazione delle somme a debito o la sospensione legale della riscossione, a condizione che si soddisfino i criteri normativi. Per i debiti fino a mille euro, non si procede al pignoramento prima di 120 giorni dall’invio della comunicazione del debito dovuto.”

Pignoramento conto corrente – Manovra

L’Agenzia delle Entrate – Riscossione può procedere al pignoramento delle somme depositate sul conto corrente, ad eccezione dell’ultimo stipendio percepito che resta nelle disponibilità del debitore.

In conclusione, le modifiche all’articolo 23 della Manovra 2024 hanno rimesso in discussione gli impegni assunti dal governo italiano, sollevando non poche preoccupazioni sui pignoramenti dei conti correnti da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Per maggiori dettagli, occorre attendere l’ufficialità del testo di finanziario.