Il 2% di Fininvest, il 100% delle quote della società che gestisce le ville ad Antigua, la barca a vela “Principessa VaiVia” più altre imbarcazioni e 26 milioni di euro: 20 per attività di promozione di Forza Italia e 6 senza causale. A tanto ammonterebbe il lascito di Silvio Berlusconi all’imprenditore torinese Marco Di Nunzio nell’oramai famoso (qualcuno correggerebbe in “famigerato”) testamento colombiano. Un documento depositato in uno studio notarile di Napoli e su cui ora vuole fare luce la Procura di Milano che ha acquisito tutti gli atti relativi.

Tutti gli atti del testamento colombiano di Berlusconi acquisiti dalla Procura di Milano

Il documento viene ritenuto falso dai pm milanesi e dagli eredi naturali di Berlusconi. Un primo fascicolo d’indagine è stato già aperto dal pm Roberta Amadeo e dal procuratore Marcello Viola pochi giorni prima della lettura a Milano delle ultime volontà per i famigliari, dopo una segnalazione partita dall’ambasciata italiana in Colombia. L’ipotesi di reato è appunto falso in testamento.

Il 12 giugno la data di morte di Berlusconi. Dieci giorni dopo, il b, l’allora ambasciatore italiano a Bogotà, Gherardo Amaduzzi, comunicava a Milano la diffida con cui Di Nunzio chiedeva la pubblicazione anche in Italia del documento, che assicurava sottoscritto dal fondatore di Forza Italia a Cartagena, davanti al notaio Margarita Rosa Jimenez Najera, il 21 settembre 2021, e validato dalla Cancelleria del ministero degli Esteri colombiano.

Dieci anni fa, Di Nunzio provò a candidarsi alle Regionali con la lista Movimento Bunga Bunga

In quel testo, appunto, è riportato il lascito citato in apertura. Dieci anni fa, Di Nunzio si candidò alla presidenza della Regione Lombardia con il Movimento Bunga Bunga. La lista fu poi esclusa per irregolarità nelle firme di presentazione della stessa.