Rischio idrogeologico, in Italia numerosi danni si stanno verificando a causa di questo problema aggravato dagli eventi meteorologici intensi e dal maltempo tipico del periodo autunnale. Vediamo quali sono i fattori che più incidono sulla pericolosità e sull’aumento di frane e straripamenti di fiumi e la mappa delle regioni, e delle zone più esposte al dissesto.

Il rischio idrogeologico in Italia

L’Italia, è da sempre tra i paesi più esposti al rischio idrogeologico. Si intende la possibilità che fenomeni collegati al maltempo possano provocare danni non solo all’ambiente ma anche alle persone. Si verifica non solo per la conformazione complessa del territorio, ma anche a causa dell’elevata urbanizzazione di alcune zone che di conseguenza espone anche i residenti ai problemi derivati dai fenomeni meteorologici intensi.

Alla luce degli ultimi fatti di cronaca infatti, non è raro che avvengano frane, straripamenti di fiumi, inondazioni e alluvioni, anche nelle grandi città. Più dei due terzi di questi episodi in Europa, cioè circa il 70% riguardano proprio il nostro paese. Questo è dovuto principalmente ai fenomeni erosivi e alla particolarità di alcune zone, specialmente quelle a ridosso delle catene montuose alpine e appenniniche. Oltre che essere aggravato dall’incuria e dalle attività umane.

Quali sono le zone più esposte a frane, inondazioni e danni del maltempo

La penisola italiana è caratterizzata da un territorio particolarmente complesso a livello geologico e morfologico. Secondo la stima ufficiale dell’Istituto per la ricerca Ambientale ISPRA, attualmente circa il 91% dei comuni è interessato da un rischio idrogeologico più o meno grave. Ciò significa che nella gran parte delle regioni ci sarano aree più esposte a frane e alluvioni. Per quanto riguarda gli edifici invece, lo studio dimostra che almeno il 4% è stato costruito in aree pericolose per elevato rischio frane e il 9% in zone alluvionabili.

Ci sono diverse classificazioni, a partire da una pericolosità bassa e media fino a elevata e molto elevata. La popolazione più esposta quindi sarebbe per il rischio frane quella residente a ridosso delle principali catene montuose e specialmente : Valle D’Aosta, Campania, Toscana e Molise. Il pericolo di inondazioni e alluvioni invece mette più a rischio l‘Emilia Romagna, seguita dalla Calabria e dal Friuli Venezia Giulia.

Condizioni e fattori che incidono di più sul rischio idrogeologico

Cosa incide di più nel mettere in allerta intere porzioni di territorio in caso di maltempo per la possibilità di provocare gravi frane, smottamenti, inondazioni con danni e vittime? La risposta oltre che per il fattore puramente geologico è nelle attività umane che negli anni si sono susseguite senza tener conto delle condizioni morfologiche. Principalmente il disboscamento e l’urbanizzazione, che hanno provocato un cambiamento innaturale nel territorio, creando superfici artificiali.

Oltre a questo c’è anche il fattore dello spostamento in massa di popolazioni dalle zone rurali e montane verso le città che ha lasciato intere zone nell’incuria e quindi più esposte ai pericoli. Il cambiamento climatico infine potrebbe spiegare anche l’aumento di fenomeni intensi e ripetuti nel tempo con temporali particolarmente violenti dovuti all’alternanza di caldo estremo e temperature più fresche.

L’importanza dello smaltimento delle acque piovane

Per quanto riguarda le alluvioni connesse al rischio idrogeologico elevato, una delle cause scatenanti, come confermano anche gli ultimi recenti fatti di cronaca relativi ai danni da malpempo, è l’incuria dei corsi d’acqua e il mancato smaltimento corretto delle acque piovane. Il rischio alluvionale infatti è calcolato sulla base del rapporto tra precipitazioni e condizioni geologiche di fiumi e terreni. Il dissesto infatti spesso provoca ostruzioni particolarmente gravi che impediscono il naturale deflusso della pioggia. Quindi se cade in grandi quantità ed in poco tempo, come accade per le cosiddette “bombe d’acqua“si verifica lo straripamento di torrenti e fiumi.

L’alluvione appunto accade proprio quando l’aumento del volume dell’acqua fa in modo che questa non possa più essere contenuta negli argini, ma che vada ad invadere il territorio circostante. E visto che i maggiori fiumi d’Italia attraversano intere città, anche tra le più popolate, il rischio idrogeologico si innalza perchè la probabilità di causare vittime è più elevata.