Nota anche per il suo sostegno a diverse cause umanitarie, Angelina Jolie dimostra di avere a cuore la situazione in Medio Oriente. L’attrice statunitense ha affidato al suo profilo Instagram un significativo post in cui sottolinea che Gaza sta diventando una “fossa comune“.
Tra bombardamenti e atti terroristici, la colpa è anche delle potenze mondiali, accusate di complicità per non aver agito imponendo un cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas.
Questo è il bombardamento deliberato di una popolazione intrappolata che non può fuggire da nessuna parte. Gaza è stata una prigione a cielo aperto per quasi due decenni e sta rapidamente diventando una fossa comune.
Medio Oriente, Angelina Jolie: “Milioni di civili palestinesi privati di cibo, medicine e aiuti umanitari”
Inserita ripetutamente nella lista delle 100 persone più influenti del mondo, l’attrice è stata anche “la donna più ammirata al mondo” per le sue ripetute attività di beneficenza. Ha sempre dimostrato una certa sensibilità alle cause umanitarie sostenute, sposando il ruolo di “ambasciatrice di buona volontà” per l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR).
Jolie ha sottolineato l’uccisione di “intere famiglie” e che il 40% delle vittime sono bambini. I numeri del Ministero della Sanità palestinese di Hamas parlano chiaro: dei 9.061 corpi rinvenuti dall’inizio del conflitto, 3.760 appartengono a minori, 2.326 a donne. Una questione, quella della tutela dei bambini, portata all’attenzione anche dall’Unicef.
Mentre il mondo sta a guardare e con il sostegno attivo di molti governi, milioni di civili palestinesi (bambini, donne, famiglie) vengono puniti collettivamente e disumanizzati, mentre vengono privati di cibo, medicine e aiuti umanitari in violazione del diritto internazionale.
“Leader mondiali complici di questi crimini”
A questo punto l’accusa ai leader globali, che “rifiutandosi di chiedere un cessate il fuoco umanitario e impedendo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di imporlo a entrambe le parti”, si sono affermati come “complici di questi crimini“.
Nel corso degli anni la 48enne ha visitato più di 40 aree di crisi. Restano documentati fotograficamente i suoi viaggi tra Libia, Bosnia, Haiti, Congo, Siria e Iraq. L’attrice ha denunciato in particolare la violenza sessuale contro le donne nelle guerre.