Prime simulazioni delle nuove pensioni a quota 103 per il 2024, con la previsione del taglio dell’assegno di pensione. La bozza della legge di Bilancio 2024 chiarisce, infatti, che la misura, rispetto a quella applicata quest’anno, subirà notevoli variazioni. A iniziare dal calcolo della pensione di chi agganci questo meccanismo di uscita che prevede l’età minima di 62 anni unitamente a 41 anni di contributi, come nel 2023. Tuttavia, la pensione verrà ricalcolata interamente con il sistema contributivo puro, abbattendo i vantaggi del sistema retributivo o misto, meccanismi dai quali provengono i lavoratori che escono nel prossimo anno.
La Cgil ha svolto simulazioni sulla nuova misura in arrivo. La pensione che decorrerà dal prossimo anno per i quota 103 subirà necessariamente delle decurtazioni che si protrarranno per tutta la vita da pensionati. Inoltre, un secondo ordine di tagli è costituito dall’importo massimo che l’Inps versa per la pensione a quota 103: il tetto, rispetto a quello istituito nel 2023, è stato anche perfino ridotto.
Pensioni quota 103, ecco qual è il taglio di assegno del 2024
Prime simulazioni di quanto si perda di pensione uscendo nel 2024 con la nuova quota 103. La bozza della legge di Bilancio 2024, rispetto a quanto avviene quest’anno, ha previsto la riduzione dell’assegno mensile per effetto del ricalcolo con il sistema contributivo puro dei versamenti effettuati durante la vita lavorativa di chi richiederà di lasciare il lavoro con quota 103. Si tratta di una fetta importante di contributi dal momento che i lavoratori provengono dai sistemi previdenziali misto o retributivo, più vantaggiosi rispetto al contributivo puro.
Per effetto della stretta inserita dal governo guidato da Giorgia Meloni sulle pensioni a quota 103 del 2024, la Cgil calcola, secondo alcune simulazioni effettuate, un taglio che può raggiungere il 17,2 per cento della pensione.
Dati alla mano, la mancata fruizione del trattamento di pensione per tutta la vita da pensionati potrebbe arrivare a 111.231 euro per un lavoratore che esce dal lavoro con una retribuzione di 50.000 euro annui al lordo. Per chi guadagna attualmente 25.000 euro al lordo in un anno e va in pensione nel 2024 con la quota 103, il taglio totale degli assegni durante la vita lavorativa si assesterebbe a 51.000 euro.
Pensioni quota 103 taglio 2024, quanto si perde di pensione?
Una seconda stratta operata dal governo nella legge di Bilancio 2024 riguarda il tetto massimo di pagamento della pensione da parte dell’Inps a chi esca dal lavoro con la quota 103. Come nell’anno in corso, infatti, è presente un limite di pensione che, per il 2023 è fissato in cinque volta il trattamento minimo. Il corrispondente valore è quindi pari a poco più di 2.800 euro al mese lordi. Chi ha diritto a una pensione più alta per effetto dei contributi versati durante la vita lavorativa, deve accontentarsi della cifra massima che l’Istituto di previdenza versa.
Limite massimo di pensione erogabile nel 2024: cifra lorda e netta
Tale tetto risulta ridotto per il prossimo anno da quanto si apprende dalla bozza della legge di Bilancio. Infatti, il trattamento massimo erogabile corrisponde a quattro volte la pensione minima, ragione per la quale, dal prossimo 1° gennaio, il massimo di pensione è fissato in circa 2.550 euro al lordo, calcolato con i valori del 2023, da aggiornare. La cifra netta mensile è pari a 1.750 euro.
Come per la quota 103 in vigore nel 2023 – e diversamente dal ricalcolo della pensione con il metodo contributivo – questo secondo taglio non è definitivo ma vige per tutto il periodo di prepensionamento. Pertanto, dalla decorrenza della pensione fino alla maturazione dei requisiti della pensione di vecchiaia, nei confronti del neopensionato vige il tetto massimo. Dopo i 67 anni di età, chi ha versato più contributi per una pensione più alta dei 2.250 euro lordi, otterrà l’importo reale e non più decurtato.