Sempre più spesso, negli ultimi tempi, sentiamo parlare dei cosiddetti bias cognitivi: ma che cosa sono esattamente? Perchè sono importanti? E come facciamo a riconoscerli? Scopriamo insieme tutte le curiosità su questi particolari processi mentali automatici che hanno un’enorme influenza su di noi e sulle decisioni che prendiamo quotidianamente.

Bias cognitivi cosa sono

I bias cognitivi sono il risultato di determinati processi mentali, che ci aiutano ad elaborare e semplificare il vastissimo flusso di informazioni che ci arriva ogni giorno. Essi sono molto utili per noi per accelerare e per facilitare i nostri processi decisionali. Talvolta però possono portarci a fare delle scelte distorte, influenzate e non totalmente oggettive.

I bias cognitivi sono assolutamente normali e influenzano la vita di tutti noi. Nello specifico, influenzano le decisioni personali, sentimentali, lavorative, economiche e professionali. Scelte che ogni giorno noi prendiamo anche senza rendercene conto.

Conoscere nel dettaglio tali processi cognitivi mentali, ci può aiutare a renderci più consapevoli di noi stessi e del modo in cui reagiamo di fronte a determinate scelte. Inoltre se siamo in grado di riconoscerli, potremmo essere meno portati a compiere delle decisioni che poi potrebbero rivelarsi errate.

Come funzionano

Il termine “bias” deriva dal francese significa “obliquo”. La parola viene utilizzata anche nel gioco delle bocce ed indica un tiro sbagliato. Oggi è usata per indicare determinati pregiudizi e inclinazioni che ognuno di noi ha. Nessuno escluso. Non per forza devono avere un’accezione negativa.

Diciamo che generalmente i bias cognitivi possono portare il nostro cervello a scegliere una strada piuttosto che un’altra. A scegliere delle scorciatoie per arrivare prima ad una soluzione che ci sembra migliore. A volte lo si fa in modo continuativo e ripetuto.

Sono quattro i “fattori scatenanti” di tali processi. In primo luogo dobbiamo ricordare che il nostro cervello è selettivo e dunque non immagazzina qualsiasi informazione che riceve. In secondo luogo gli input e gli stimoli sono davvero tantissimi. Questo ci porta a preferire alcuni ricordi rispetto ad altri o addirittura a volte a distorcere i fatti.

Il terzo elemento è quello della velocità, che può spingerci ad agire in un modo che non è sempre corretto e migliore per noi. Infine, se invece le informazioni che riceviamo sono poche, in noi si può innescare un meccanismo di fallacia che ci potrebbe portare ad arrivare a delle conclusioni errate.

I bias, come abbiamo già affermato, non sono negativi anche se potrebbe sembrare così. Si tratta di una serie di attività che il nostro cervello svolge nel momento in cui riceve degli stimoli, degli input e delle informazioni e delle risposte che noi diamo.

Esempi di bias cognitivi: ecco quali sono i principali

Possono essere tanti e diversi gli esempi di bias cognitivi. Vi riportiamo i principali.

  • Il più comune è il cosiddetto “confirmation bias”. Con questo termine si indica un meccanismo inconscio che noi mettiamo in atto quando abbiamo una determinata opinione e cerchiamo tesi e prove a sostegno della nostra opinione. Questo ci porta a non vedere tesi e prove che indicano il contrario.
  • Il “self-serving bias” si ha nel momento in cui ci sembra che i successi siano solo merito nostro, mentre i fallimenti siano causati da fattori esterni o da altre persone al di fuori di noi. È una sorta di processo di auto-consolazione.
  • Il “bias di disponibilità” ci porta a sovrastimare l’importanza di un determinato evento. Di conseguenza noi prendiamo delle scelte basate anche e soprattutto su pregiudizi, che non siamo in grado di mettere da parte.
  • Il “bias del senno del poi” rappresenta la tendenza a credere di aver previsto qualcosa dopo che è già accaduta. Ad esempio quando, dopo un determinato avvenimento, pronunciamo frasi come “Io l’avevo detto” o “Io lo sapevo”.