“Inclusione”: una parola che racchiude molteplici significati per tutti quei genitori che hanno un figlio con disabilità. Ma anche l’obiettivo della onlus Divertitempo, fondata a Roma nel 2017, che promuove progetti e iniziative dedicate a bambini e ragazzi con disabilità intellettive.
Il presidente, Gianluca Morelli, è il papà di Francesco, un ragazzo con autismo che oggi ha 16 anni. “L’idea dell’associazione è nata da un’esigenza personale” racconta a TAG24.
Divertitempo, progetti per ragazzi con disabilità: “Il nostro intento?Rafforzare il principio dell’inclusione”
Le famiglie di bambini e ragazzi disabili si ritrovano spesso a dover trovare delle soluzioni per “riempire la giornata” dei propri figli con attività extra-scolastiche, che non siano eventuali terapie.
“La scuola dà una grandissima assistenza. Ma poi, terminato l’orario scolastico, trovare delle attività per questi ragazzi è molto difficile, anche perché non possono inseriti in sport di gruppo. Molti hanno delle disabilità che non lo permettono” sottolinea Gianluca Morelli. “Attività sportive singole, con un istruttore, comportano uno sforzo economico enorme, perché non sono previsti finanziamenti pubblici. Inoltre è necessario far socializzare questi ragazzi, visto che non possono essere costretti a vivere dentro casa.”
Morelli spiega che i ragazzi con disabilità intellettiva “non vengono invitati a casa dall’amichetto, oppure non possono uscire in gruppo con i loro coetanei, perché devono essere costantemente seguiti. Quindi abbiamo pensato, con questa onlus, di rafforzare il principio dell’inclusione e di far capire non solo ai ragazzi normodotati, ma anche alle loro famiglie, che si può fare un percorso tutti insieme.”
Le attività proposte sono molte, nonostante i finanziamenti arrivino esclusivamente da privati, e sono sempre gratuite. “Prevalentemente i progetti di inclusione sono ludici oppure sportivi. Negli ultimi anni abbiamo fatto molte attività legate allo sport: atletica leggera, Spartan race, regate, vela. Invece, per quanto riguarda quelle ludiche, abbiamo organizzato spesso anche campi estivi. Una volta i ragazzi, partendo da Roma, hanno trascorso una settimana sul lago di Trevignano. Quest’anno, ad esempio, ne abbiamo trascorsa una sul lago e un’altra in montagna, in Abruzzo, dove hanno fatto anche trekking. Noi prevediamo una compresenza di ragazzi con disabilità e di ragazzi ‘normodotati’, compagni di classe, oppure cugini e amici di famiglia.”
I laboratori di “arte e mestieri”
La fascia d’età attualmente coinvolta nella varie iniziative è 12-17 anni, racconta Morelli. La onlus esiste da qualche anno, i ragazzi crescono e bisogna cambiare l’approccio: “Adesso devono essere accattivanti anche per i più grandi: abbiamo quindi diversificato le attività.”
Quest’anno, tra i progetti più importanti che Divertitempo sta portando avanti, c’è “Impara l’arte e non metterli in disparte”. Ossia laboratori di arte e mestieri in collaborazione con gli esercizi commerciali di Roma. “Cercheremo di trasmettere delle piccole abilità nell’ambito di vari lavori: ad esempio preparare un dolce, impacchettare i regali, apparecchiare la tavola. In futuro vorremmo inserire questi ragazzi con disabilità all’interno di quelle stesse attività commerciali. Magari anche per poche ore, in modo che possano mettere a frutto quanto imparato.”
L’inclusione dopo la scuola: dalle persone al territorio
La onlus Divertitempo coinvolge circa 100 bambini e ragazzi l’anno, di cui 20-25 con disabilità. Al momento, spiega Morelli, è questo il numero che permette loro di mantenere gratuite le varie attività. Ci sono però dei progetti precisi per il futuro: “L’evoluzione sarà quella di promuovere anche eventi a pagamento. Una volta terminata l’età scolastica, cambieranno le esigenze: infatti sarà necessario riempire tutta la giornata dei nostri ragazzi.”
Con l’età, inoltre, anche l’inclusione cambia. “Io dico sempre: l’inclusione fino all’età scolastica si riesce a fare grazie alle persone, in quanto si possono coinvolgere compagni di classe e professori. Finita la scuola, diventa più difficile: quindi devono essere i luoghi ad accogliere. Questo è il presupposto da cui partire per il futuro: trovare degli spazi che possano accogliere i nostri figli, affinché riescano a fare qualcosa di bello e di utile.”
Per quanto riguarda l’autismo, sottolinea Morelli, le diagnosi sono in crescita: al momento le statistiche aggiornate parlano di uno bambino autistico su 77. “Lo stato può aiutare realizzando strutture da dare a titolo gratuito, in modo che i ragazzi con disabilità possano praticare sport senza dover ricorrere a istruttori singoli, riservati solo a chi può permetterselo”.
Tanti passi avanti sono stati fatti per favorire l’inclusione delle persone con disabilità rispetto al passato. “Però sono anche realista: so perfettamente che difficilmente mio figlio verrà invitato da qualcuno ad andare in discoteca, o a mangiare una pizza fuori. Sono consapevole che purtroppo saranno le famiglie che dovranno sobbarcarsi gran parte delle 24 ore di questi ragazzi” spiega il fondatore di Divertitempo.
Quindi c’è bisogno di un cambio culturale sotto questo punto di vista? “Assolutamente. Deve essere anche il territorio ad aiutare. Ci sono tantissimi spazi, anche qui a Roma, che potrebbero ospitare iniziative per ragazzi con disabilità. Poi si può trovare la formula più adatta, ma sicuramente c’è un modo per far sentire utili anche loro.”