Gli ultimi aggiornamenti provenienti dalla guerra in Medio Oriente parlano di 242 ostaggi israeliani in mano ad Hamas nella Striscia di Gaza. Ad annunciarlo è il portavoce militare di Tel Aviv Daniel Hagari. Alcuni di loro sono stranieri o possiedono la doppia nazionalità israeliana.
Dall’uccisione di 1.400 persone eseguita dall’organizzazione fondamentalista lo scorso 7 ottobre, è iniziata un’intensa campagna di bombardamenti aerei da parte di Israele.
Secondo le informazioni del Ministero della Sanità palestinese di Hamas, le vittime nella Striscia dall’inizio del conflitto hanno raggiunto quota 9.061, tra cui 3.760 bambini. 2.326 donne sarebbero morte sotto le bombe, mentre il numero dei feriti supererebbe le 32mila unità.
L’ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar ha sottolineato come quella del suo Paese non sia “una rappresaglia”. Il loro scopo, piuttosto, sarebbe quello di “evitare che Hamas possa lanciare un nuovo attacco come quello del 7 ottobre”.
Lo sforzo è evacuare il maggior numero di civili. Il campo profughi di Jabalia è anche un centro militare, da dove partono missili tutti i giorni contro i civili, intendiamo continuare finché Hamas non sarà più in grado di farlo. È Hamas che usa i civili come scudi umani ed è l’unico responsabile della loro morte.
Guerra in Medio Oriente, il bilancio sugli ostaggi di Hamas a Gaza. La Russia è preoccupata: “Rischio che il conflitto si estenda”
L’ex vice capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane, Yair Golan, ha chiarito che i soldati non entreranno nei tunnel di Hamas a Gaza “in nessuna circostanza”. Ha spiegato che “non è necessario entrarci”, e che piuttosto “sarebbe un grave errore”, perché significherebbe recarsi nella tana del lupo.
Proprio lì, infatti, Hamas si nasconde e aspetta, ha insistito il generale riservista in un’intervista con la Radio dell’Esercito.
Nel momento in cui arriviamo ai tunnel, diventano una trappola mortale per il nemico. Dal momento in cui vengono trovati gli ingressi, il pieno vantaggio è delle forze attaccanti.
Lo scenario nel territorio palestinese continua a rivelarsi “estremamente negativo“, con lo scontro che “è entrato in una nuova fase molto pericolosa“. Così la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, che ha sottolineato il rischio crescente che “il conflitto si estenda a livello regionale”. In questo, a suo dire, sarebbero complici anche gli Stati Uniti.
Senza misure drastiche per allentare la situazione, il disastro umanitario causato dall’escalation avrà conseguenze per anni e decenni. Il Ministero degli Esteri è molto preoccupato per l’escalation nella zona del confine tra Israele e Libano, sulle alture di Golan. Gli attacchi in corso dell’aeronautica israeliana sul territorio siriano stanno complicando seriamente la situazione. Le manovre militari provocatorie degli Stati Uniti nel Mediterraneo orientale stanno avendo un effetto destabilizzante anche sulla situazione in Medio Oriente.
400 persone con doppio passaporto usciranno oggi dal valico di Rafah
Oltre 400 persone con doppia nazionalità usciranno oggi, giovedì 2 novembre, da Gaza attraverso il valico di Rafah aperto ieri. In giornata, dalla frontiera internazionale tra l’Egitto e la Striscia di Gaza sarebbero già passate un centinaio di persone.
A comunicarlo è Wael Abou Mohssen, portavoce della parte palestinese del terminal. Secondo il suo rapporto, due pullman con a bordo un totale di “100 viaggiatori di nazionalità straniera” hanno attraversato il valico di frontiera verso l’Egitto. In totale 400 persone si sono registrate per partire, oltre a 60 feriti di guerra.