Arrivano i dati dell’Osservatorio Inps a certificare che, sulle pensioni anticipate, la stretta è già in avanzamento dal 2023 e che nel 2024 sarà ancora più difficile andare in pensione. Lo studio dell’Istituto di previdenza certifica, quindi, che i trattamenti di pensione sono in calo ancor prima dei maggiori vincoli imposti, per il prossimo anno, a quota 103, opzione donna e Ape sociale. Sulla misura di uscita anticipata riservata alle lavoratrici sono solo 9.972 i prepensionamenti previsti.

Lo studio riguarda i primi nove mesi del 2023 confrontati con lo stesso periodo del 2022 o con l’intero anno scorso. Dal 1° gennaio al 30 settembre 2023, in concomitanza con la nuova quota 103 che prevede l’uscita anticipata a 62 anni unitamente a 41 anni di contributi, le nuove pensioni anticipate (considerando tutti i canali di uscita) sono state 171.800 rispetto a 260.515 di tutto il 2022.

Pensioni anticipate, la stretta già dal 2023: meno uscite e nel 2024 sarà più difficile andare in pensione

I dati, quindi, certificano un netto calo delle pensioni anticipate del 2023 rispetto al 2022. Infatti, se consideriamo che nel 2023 sono uscite dal lavoro in anticipo 171.800 lavoratori, pari a una media di 19.089 lavoratori al mese, in tutto il 2022 le uscite anticipate sono state 260.515 per una media di 21.710 lavoratori al mese.

Un dato che è confermato dai numeri dei trimestri. Nel 2022 le uscite anticipate ogni tre mesi sono state pari a 65.129; nei primi tre trimestri di quest’anno, invece, sono usciti in media 57.267 ogni tre mesi. Per recuperare lo stesso numero di pensionamenti anticipati dello scorso anno, nell’ultimo trimestre del 2023 dovrebbero uscire 89.715 lavoratori prima dei requisiti utili per la pensione di vecchiaia.

Una cifra spropositata, almeno guardando l’andamento delle pensioni anticipate di quest’anno. Peraltro, in controtendenza rispetto ai dati sul numero di lavoratori che escono in anticipo sono le informazioni sull’età media di uscita. Dal 1° gennaio al 30 settembre 2023 l’età media di uscita si è assestata a 61,54 anni, rispetto ai 61,6 anni dello stesso periodo di nove mesi del 2022.

Eta di uscita dal lavoro per andare in pensione

Dai dati dell’Istituto di previdenza si può verificare anche chi riesce a uscire prima dal lavoro. Nei primi nove mesi di quest’anno, le nuove pensioni totali sono state 579.121, per un assegno mensile medio di 1.207 euro. In tutto il 2022 le nuove pensioni erano state 861.471 per un assegno medio di 1.177 euro.

Chi è riuscito, da gennaio a settembre di quest’anno, ad andare in pensione anticipata proviene dalla gestione dei lavoratori alle dipendenze dell’Inps (81.524 prepensionamenti), da quella dei lavoratori del pubblico impiego (45.166), dagli artigiani (21.929) e commercianti (16.229) o dai coltivatori diretti (6.962).

Chi va in pensione in anticipo?

Sulle misure di pensione anticipata, in grave perdita vi è opzione donna: in tutto il 2022 le pensioni anticipate con questo canale erano state 24.611, nei primi nove mesi di quest’anno, con la misura rivista sia nel requisito anagrafico che nelle tre condizioni da dimostrare per presentare domanda (lavoratrici licenziate, caregiver o invalidi al 74%), i prepensionamenti sono stati 9.972. E nel 2024, con l’innalzamento dell’età a 61 anni, il flusso di uscita dovrebbe ridursi ad appena 2.200 lavoratrici.

Pensioni anticipate stretta 2024 su quota 103, opzione donna e Ape sociale

Un ulteriore taglio dei pensionamenti si avranno nel prossimo anno con i tre canali di uscita anticipata alternativi alle misure della riforma Fornero. Con quota 103, Ape sociale e opzione donna, i lavoratori in uscita nel 2024 sono appena 31.700.

La riduzione del numero delle uscite è dettato dalle strette operate dal governo nella legge di Bilancio del prossimo anno. In particolare, la quota 103 prevede il ricalcolo contributivo della futura pensione, l’opzione donna aumenta l’età di uscita a 61 anni e l’Ape sociale a 63 anni e 5 mesi.