Il monitoraggio dei fenomeni vulcanici è una priorità nazionale, soprattutto quando si parla di un’area ad alta densità sismica come i Campi Flegrei, la cui situazione, a detta degli esperti, sta evolvendo e preoccupando. Il sistema di protezione civile italiano è dotato di un quadro di allerta ben strutturato, che si intensifica con il cambiamento dei livelli di rischio, passando da una vigilanza moderata (allerta gialla) a uno stato di maggiore allerta (allerta arancione) fino ad arrivare alla massima allerta (allerta rossa), che segnala un pericolo imminente di eruzione. Nei Campi Flegrei l’allerta potrebbe presto diventare arancione.

Campi Flegrei: allerta diventa arancione? Il lavoro della Protezione Civile

L’attività sismica dei Campi Flegrei è costantemente sotto la lente di ingrandimento delle istituzioni scientifiche e di protezione civile. Una serie di parametri viene continuamente controllata, e i cambiamenti in questi indicatori possono innescare una risposta preventiva. Dopo studi e consultazioni tecniche, l’evidenza scientifica ha iniziato a indicare una possibile risalita del magma, che potrebbe alterare significativamente l’equilibrio geologico della regione.

La Protezione Civile collabora con esperti nazionali e internazionali per ottenere un quadro chiaro della situazione. Inoltre, le istituzioni locali e regionali, inclusa la Prefettura e i comuni dell’area flegrea, sono coinvolti nel processo decisionale.

Le autorità non si limitano a monitorare la situazione attuale, ma lavorano proattivamente per anticipare e gestire possibili cambiamenti.

Il sistema di protezione civile ha già dimostrato la sua efficacia attraverso esercitazioni di campo, come quelle svolte nei Campi Flegrei nel 2019, che simulano l’aumento dei livelli di allerta e testano la prontezza delle risposte operative.

Allerta arancione nei Campi Flegrei? Il ruolo del governo

Le istituzioni italiane sono all’avanguardia nel campo del monitoraggio vulcanico. Le tecniche più avanzate vengono impiegate per rilevare qualsiasi variazione significativa che potrebbe segnalare un aumento del rischio.

In caso di un cambiamento del livello di allerta, è il governo a prendere la decisione finale, basandosi sulle raccomandazioni degli esperti e dei tecnici.

Strategie di evacuazione e prevenzione nei Campi Flegrei

I Campi Flegrei è quindi attualmente al centro di una complessa strategia di prevenzione e sicurezza. Questa zona densamente popolata è costantemente monitorata a causa della sua attività sismica e vulcanica. L’approccio preventivo adottato per garantire la sicurezza dei residenti si articola in un sistema di allerta a più livelli, che segnalano l’intensità del rischio e le azioni corrispondenti.

La classificazione dei sistemi di allerta nei Campi Flegrei: gialla, arancione e rossa

Andiamo a definire meno sinteticamente rispetto a quanto fatto qualche riga sopra il significato dei vari sistemi di allerta.

Allerta Gialla: vigilanza costante

Una serie di comuni campani si trovano in uno stato di attenzione continua, designato come allerta gialla. In questa fase, si sottolinea la prontezza nell’elevarsi all’allerta arancione, qualora i segnali di pericolo diventino più evidenti.

Allerta Arancione: aumento del rischio e preparazione

Il passaggio a un livello di allerta arancione segnala un aumento significativo del rischio. Gli abitanti sono chiamati a prepararsi per un’eventuale evacuazione, con particolare enfasi sulla salvaguardia di ospedali, strutture detentive e patrimonio culturale.

Allerta Rossa: probabile eruzione

Il livello di allerta rossa è il livello di allerta massimo e segnala che tutti i dati e i parametri controllati costantemente fino a quel momento, indicano la presenza di dinamiche pre-eruttive. In poche parole, un eventuale passaggio da allerta arancione a rossa significherebbe che il piano di preparazione effettuato durante l’allerta arancione deve essere eseguito, poiché è molto probabile che l’eruzione avvenga.

La pianificazione dell’evacuazione

Nel contesto di un’escalation del livello di allerta, la Protezione Civile e le istituzioni governative si attivano per mettere in atto una strategia di evacuazione efficace e tempestiva. Il piano prevede un’organizzazione dettagliata e una divisione di compiti che va dall’evacuazione delle strutture mediche alla protezione dei beni culturali e alla verifica dell’efficacia delle vie di fuga.

Per gestire efficacemente qualsiasi emergenza, viene istituita una Direzione di Comando e Controllo. Inoltre, viene considerata la possibilità di richiedere assistenza internazionale per garantire una risposta adeguata e tempestiva in caso di emergenza.

I comuni svolgono un ruolo cruciale nel predisporre le aree di attesa e nell’applicare le misure di pianificazione per l’allontanamento della popolazione. Diventa quindi sempre più fondamentale che i cittadini siano informati e preparati, sia psicologicamente sia praticamente, per affrontare una possibile evacuazione.

A tal proposito, il progetto “Io non rischio – Campi Flegrei” mira proprio a educare i residenti sulle migliori pratiche da adottare in caso di innalzamento del livello di allerta. I materiali informativi, come le infografiche, sono distribuiti per assicurare che ogni famiglia sia pronta a reagire prontamente ed efficientemente.

Viene inoltre raccomandata la creazione di un kit di emergenza, contenente beni essenziali come acqua, cibo, medicinali e attrezzature per fronteggiare la cenere vulcanica, per essere pronti ad agire in caso di pericolo immediato.

Da allerta gialla ad allerta arancione nei Campi Flegrei? Come stanno le cose

L’allerta per i Campi Flegrei potrebbe passare da giallo ad arancione. Mezzo milione di persone vive nella zona rossa, dove l’unica misura di sicurezza in caso di pericolo è l’evacuazione. Il bradisismo, ovvero il sollevamento del suolo legato all’attività vulcanica, sta evolvendo, e il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, ha confermato che il governo monitora attentamente la situazione. Dopo riunioni con esperti, è emerso che il magma potrebbe essere coinvolto nel fenomeno attuale. Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento di Protezione Civile, ha annunciato un intensificamento delle misure preventive, con il pieno coinvolgimento delle autorità locali e la potenziale preparazione ad un aumento del livello di allerta.

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Ingv è stato incaricato di migliorare il sistema di monitoraggio per rilevare prontamente qualsiasi cambiamento. Dal 2012 l’allerta è gialla, ma c’è una richiesta di maggiore cautela a causa dell’incertezza evolutiva dei fenomeni vulcanici. I sindaci della zona hanno tuttavia voluto porre l’attenzione l’importanza della comunicazione attenta per minimizzare l’ansia pubblica e le ripercussioni economiche, esortando al comportamento responsabile per una migliore gestione del territorio.