Nel cuore del ventesimo secolo, una mossa politica britannica ha delineato in maniera significativa la geografia politica del Medio Oriente. Il 2 novembre 1917, il governo del Regno Unito, sotto la guida del Segretario degli Esteri Arthur James Balfour, emise una dichiarazione che ha risonato attraverso i decenni, influenzando la vita di milioni di persone e cambiando il volto della regione. Questo documento, la dichiarazione Balfour per l’appunto, rivolto al leader ebraico Lord Rothschild, sosteneva la formazione di un centro nazionale per il popolo ebraico nella terra nota allora come Palestina.
La Dichiarazione Balfour, 106 anni fa: l’evoluzione del mandato britannico in Palestina
Questa terra, caratterizzata da una popolazione mista in cui la minoranza ebraica rappresentava solo il 10%, è diventata la culla di un cambiamento storico. L’Impero Britannico non solo si è impegnato a facilitare la creazione di un focolare nazionale ebraico, ma ha anche fissato un precedente per l’interazione internazionale in Medio Oriente. Le azioni del governo britannico hanno ridefinito l’approccio del mondo occidentale verso la regione e hanno avuto un ruolo cruciale fino agli eventi della Guerra del Canale di Suez nel 1956, momento storico che ha segnato la riduzione dell’influenza europea in Medio Oriente.
La Dichiarazione Balfour: un impegno con conseguenze durature
Questa decisione non è stata priva di controversie. Mentre alcuni hanno visto la Dichiarazione Balfour come un atto di giustizia storica verso il popolo ebraico, altri hanno sollevato preoccupazioni sulle conseguenze per le comunità non ebraiche nella regione. Le tensioni si sono intensificate nel corso del tempo, portando a conflitti che hanno lasciato un’impronta indelebile sulla regione e che durano fino a oggi.
Il cammino verso l’autodeterminazione
La Dichiarazione non è stata un caso isolato. La Gran Bretagna e i suoi alleati, incluso il governo francese con la lettera di Jules Cambon, hanno espresso sostegno internazionale all’idea sionista di una patria ebraica. Questa serie di approvazioni culminò con l’adozione della Dichiarazione nel Mandato della Lega delle Nazioni del 1922, fornendo un riconoscimento ufficiale e internazionale alla causa sionista.
A 106 anni dalla sua promulgazione, la Dichiarazione Balfour è stata riconosciuta come uno dei documenti più influenti del XX secolo. L’ex Primo Ministro britannico Theresa May ha enfatizzato l’importanza di questo documento, evidenziando l’impegno del Regno Unito verso quello che è stato considerato un atto moralmente giusto, date le persecuzioni storiche subite dal popolo ebraico.
Da parte americana, Woodrow Wilson fu tra i sostenitori chiave dell’autodeterminazione, principio che ha influenzato significativamente la politica internazionale moderna. L’Italia, il Giappone e altre nazioni hanno dimostrato la loro solidarietà con la causa sionista, sottolineando che la posizione britannica era parte di un accordo più ampio. Questo sostegno collettivo ha portato, dopo decenni di aspirazioni, all’istituzione di Israele come nazione sovrana e al suo successivo riconoscimento come membro delle Nazioni Unite.
La Dichiarazione Balfour e i diritti ebraici
Nel contesto storico del conflitto arabo-israeliano, la Dichiarazione Balfour del 1917 è quindi un documento cruciale, riconoscendo la necessità di un focolare nazionale per il popolo ebraico in Palestina. Il documento è comunque chiaro nel delineare un equilibrio: pur promuovendo la realizzazione ebraica, non si deve compromettere la libertà civile e religiosa delle comunità arabe presenti.
La visione di una convivenza pacifica tra ebrei e arabi è inclusa anche nella Dichiarazione d’Indipendenza di Israele che garantisce l’uguaglianza di diritti a tutti i cittadini, indipendentemente dalle differenze etniche o religiose. Circa il 20% della popolazione di Israele è di origine araba, con diritti equivalenti e partecipazione attiva in vari ambiti della società.
Le controversie
La Dichiarazione Balfour, essendo un prodotto dell’epoca coloniale, ha sollevato questioni critiche riguardo al trattamento dei popoli indigeni e alle politiche imperialiste. La visione britannica del momento si concentrò maggiormente sul sostegno al sionismo, spesso trascurando le implicazioni per la maggioranza araba residente.
La Gran Bretagna ha giocato un ruolo complesso, inserendo la dichiarazione nei termini del mandato della Società delle Nazioni. Questo ha intensificato il proprio coinvolgimento, promettendo supporto agli ebrei per la formazione del loro focolare nazionale, ma non mantenendo allo stesso modo l’impegno a tutelare i diritti degli arabi.
Nel corso degli anni, molti politici britannici hanno continuato a manifestare il loro supporto ad Israele, nonostante la complessità storica e le conseguenze della dichiarazione.
Il testo integrale della Dichiarazione Balfour
Di seguito, il testo integrale della Dichiarazione Balfour:
Foreign Office
2 novembre 1917
Egregio Lord Rothschild,
è mio pacere fornirle, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni dell’ebraismo sionista che è stata presentata, e approvata, dal governo.
Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si adopererà per facilitare il raggiungimento di questo scopo, essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei nelle altre nazioni.
Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a conoscenza della federazione sionista.
Con sinceri saluti
Arthur James Balfour