Proseguono serrate le indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne massacrata con 29 coltellate sulla rampa d’accesso al garage del condominio in cui viveva in via del Ciclamino, a Rimini, lo scorso 3 ottobre: stando alle ultime notizie, gli inquirenti avrebbero ascoltato a lungo non solo la nuora Manuela, ma anche un nuovo testimone, un uomo che avrebbe fatto luce su alcuni importanti dettagli relativi alla notte del delitto.

Le ultime notizie sull’omicidio di Pierina a Rimini

Era stata proprio la nuora, Manuela Bianchi, moglie del figlio Giuliano Saponi (all’epoca ancora ricoverato a causa di un’aggressione subìta a maggio), a trovare il cadavere dell’anziana e a dare l’allarme. Da allora, 4 ottobre, la donna è già stata sentita dagli inquirenti per tre volte. Pur non essendo indagata, figura, al momento, tra i principali sospettati del delitto, insieme al fratello Loris Bianchi e ai vicini di casa Valeria e Louis Dassilva.

Negli ambienti della Questura è rimasta per oltre dieci ore ed è stata chiamata a fare luce su alcuni particolari emersi dopo il sequestro del telefono cellulare della figlia 16enne, la nipote di Pierina, che la sera dell’omicidio, invece che accompagnare la nonna al consueto incontro di preghiera con i Testimoni di Geova, era rimasta a cena con la madre e lo zio.

Quest’ultimo, secondo la giovane, sarebbe uscito dal loro appartamento attorno alle 22.15. Ma delle foto – inviate da Manuela sia alla figlia che a Loris verso le 22.50 – dimostrerebbero che l’uomo – ritratto in una posa innaturale, sdraiato sul pavimento – si sarebbe fermato per molto più tempo da loro e avrebbe, quindi, un alibi. Un alibi tutto da verificare. Non si esclude, infatti, che sia stato costruito dai fratelli ad hoc.

Le parole di Loris Bianchi sui rapporti tra Manuela e la suocera

Tra loro e Pierina e non scorreva buon sangue.

L’anziana aveva infatti scoperto la relazione extraconiugale che Manuela aveva intrapreso col vicino di casa Louis e non ne era contenta.

Mia sorella mi ha riferito il fatto che veniva definita una ‘donna facile’ (da Pierina, ndr). Io in quel momento ho provato a tranquillizzarla, non era arrabbiata ma ci era rimasta male,

ha raccontato Loris ai microfoni della trasmissione “Chi l’ha visto?”, aggiungendo:

Non c’era odio, bisogna sempre capire i contesti. Stiamo parlando di una donna, madre del marito di mia sorella, che ha visto la nuora uscire dal tetto coniugale e io credo che a qualsiasi suocera venga un istinto protettivo verso il figlio o la figlia che è stato abbandonato. Mia sorella ci era rimasta male, ho cercato di farle capire che non per forza quello che diceva Pierina era la verità ma poteva essere una rabbia giustificata. Pierina pensava ad un adulterio.

Il nuovo testimone sentito dagli inquirenti

Tra le poche certezze che gli inquirenti hanno ce n’è una che non bisogna sottovalutare: chi ha ucciso Pierina non solo conosceva lei e le sue abitudini ma, con ogni probabilità, la odiava. Perché, altrimenti, le avrebbe sferrato 29 coltellate? Lasciandola a terra denudata, con l’intimo e la gonna strappati?

È il motivo per cui ci si concentra sull’ambito familiare. Qualche risposta potrebbe arrivare dai risultati dell’analisi tecnico-scientifica effettuata sui reperti sequestrati alla nuora Manuela, al fratello Loris e al padre dei due, Duilio Bianchi, che vive in un appartamento poco distante a quello di Pierina, trovato in possesso di alcuni asciugamani con possibili tracce di sangue.

Un nuovo testimone, ascoltato a “La vita in diretta” e poi in audizione dai carabinieri ha riferito di aver sentito degli strani rumori, provenire da quella casa: prima una sorta di lamento, poi quello di una lavatrice e di una tapparella alzata. Era la notte del delitto. Ci si chiede se qualcuno non stesse cercando di lavare le tracce dell’omicidio appena consumato e, guardando fuori dalla finestra, si accertasse della situazione.

I sospetti sulle persone già attenzionate dalle indagini sembrano essere forti. Lo ha spiegato in un’esclusiva intervista rilasciata a Tag24 anche l’investigatore Ezio Denti, che ha da poco rinunciato all’incarico di loro consulente. Secondo lui i quattro starebbero nascondendo la verità, o almeno parte di essa, e non è escluso che abbiano avuto un ruolo nel delitto. L’aggressione al figlio Giuliano, invece, potrebbe non essere collegata: se lo fosse – e se fosse attribuibile alle stesse persone – non farebbe che aggravare le loro posizioni.