Sono in tutto 31.700 i lavoratori in uscita con le nuove pensioni del 2024, in particolare con quota 103, l’opzione donna e l’Ape sociale. I tre canali di uscita, profondamente rivisti nelle regole di pensionamento dalla bozza della legge di Bilancio 2024 del governo guidato da Giorgia Meloni, assicureranno una numero limitato di pensione anticipate, senza gli eccessi delle quote degli ultimi anni, tra le quali la quota 100.

Il resto dei pensionamenti sarà assicurato dalle regole della pensione di vecchiaia a 67 anni di età unitamente a 20 anni di contributi e dalla pensione anticipata di soli contributi, con uscita al raggiungimento di 42 anni e dieci mesi di versamenti per gli uomini e di 41 anni e dieci mesi di versamenti per le donne.

I requisiti di uscita delle pensioni del 2024 hanno subito, per tutti i canali, un irrigidimento o dell’età o della convenienza ai fini del futuro assegno di pensione. Infatti, la quota 103 – confermata per il 2024 – comporterà di accettare il ricalcolo della pensione con il sistema contributivo, come avviene già per l’opzione donna.

Pensioni: con quota 103, opzione donna e Ape sociale, sono 31.700 i lavoratori in uscita nel 2024

Saranno in tutto 31.700 i lavoratori stimati in pensione nel 2024 grazie ai tre canali di uscita anticipata con quota 103, opzione donna a Ape sociale. Tutti e tre le modalità di pensionamento anticipato sono vigenti nel 2023, ma la legge di Bilancio 2024 degli governo di Giorgia Meloni ne ha irrigidito i meccanismi di uscita.

La quota 103, che consente l’uscita anticipata a 62 anni di età unitamente a 41 anni di contributi, nel prossimo anno – rispetto al 2023 – comporterà il ricalcolo della futura pensione con il meccanismo contributivo, danneggiando i lavoratori per i contributi versati nel periodo del sistema misto e retributivo (prima del 1° gennaio 1996).

Pensioni quota 103 uscita 2024 per 17.000 lavoratori

Per effetto del ricalcolo, uscire con la quota 103 sarà meno conveniente perché il taglio dei contributi dura fino alla maturazione della pensione di vecchiaia, con perdite quindi dall’età di uscita (dai 62 ai 66 anni), fino alla vecchiaia dei 67 anni.

In tutto, dalla relazione accompagnatoria della misura alla legge di Bilancio 2024, il governo stima una platea di 17.000 lavoratori che, nel 2024, andranno in pensione con quota 103.

Pensione anticipata opzione donna, ecco i nuovi requisiti di uscita

Requisiti al rialzo anche per quanto concerne l’opzione donna, la misura di pensione anticipata delle lavoratrici. Dopo un 2023 sofferente per il ridotto numero di uscite tra le lavoratrici – per l’aggravamento dei requisiti della precedente legge di Bilancio – nel 2024 sarà ancora più arduo agganciare la misura di prepensionamento. E’ previsto, infatti, un anno in più di età per richiedere la misura (61 anni anziché i 60 anni in vigore nel 2023), unitamente a 35 anni di contributi.

Rimarranno gli sconti legati ai figli avuti dalle lavoratrici che richiedano di uscire con opzione donna. Si potrà anticipare di un anno (60 anni rispetto ai 61 anni) per le lavoratrici che abbiano avuto un figlio (59 anni nel 2023), e a 59 anni (anziché 58 del 2023) per le donne che abbiano avuto almeno due figli.

Ma la stretta del 2023 farà ridurrà la platea ad appena 2.200 lavoratrici in uscita nel 2024, secondo le stime del governo. Infatti, le lavoratrici dovranno essere caregiver, invalide al 74 per cento o essere state licenziate. Con tutti questi paletti è davvero difficile rientrare in questa misura.

Pensione Ape sociale, aumenta l’età di uscita

Le strette del governo interessano anche l’Ape sociale, la misura che consente di uscire a 63 anni di età ottenendo un’indennità mensile di 1.500 euro fino alla maturazione dei requisiti della pensione di vecchiaia. Anche per l’Ape sociale aumenterà l’età di uscita: serviranno, infatti, 63 anni e cinque mesi.

E la platea in uscita con questa misura grazie alla mansione faticosa svolta potrebbe essere tagliata, facendo ritornare l’Ape sociale alla versione iniziale del 2017 quando a uscire erano solo i disoccupati, i caregiver e gli invalidi al 74 per cento. Nel 2024 usciranno con l’Ape sociale appena 12.500 lavoratori.