I dati Istat per il mese di ottobre 2023 diffusi ieri indicano un rallentamento dell’inflazione tendenziale che scende a +1.8% rispetto a ottobre 2022, e a +5.3% rispetto al mese precedente.
Tra le ragioni di questa frenata del tasso di inflazione ci sono il calo dei prezzi energetici (regolamentati e non) e degli prezzi dei prodotti alimentari non lavoratori e lavorati. Crescono, invece, i prezzi relativi ai servizi per l’abitazione e per i trasporti.
Il rallentamento evidenziato è il più importante registrato da luglio 2021. Analizzando però l’inflazione di fondo, tuttavia, la contrazione appare più contenuta attestandosi a ottobre al +4.2%.
Il vero dato che emerge dall’analisi Istat è tuttavia un altro: l’economia italiana è completamente ferma.
Istat inflazione ottobre, Bandecchi: “Bene la frenata, ma il Pil italiano rimane fermo”
I dati diffusi ieri dall’Istat sull’inflazione a ottobre 2023 – i quali segnano un calo che non si raggiungeva da luglio 2021 devono essere interpretati nella loro totalità. L’inflazione ha infatti sì rallentato, ma l’economia italiana appare ancora malata e incapace di reagire. La dimostrazione, peraltro, è nelle modeste stime di crescita del Pil per l’anno prossimo (+0.7%).
A sottolineare questa realtà è anche Stefano Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, sindaco di Terni ma soprattutto imprenditore che conosce bene le dinamiche dell’economia.
Secondo Bandecchi, il calo dell’inflazione è una notizia positiva che però deve essere seriamente spiegata agli italiani. «Indorare la pillola ai cittadini» è infatti per il sindaco di Terni una scelta sbagliata, come già ribadito ieri in una durissima critica di Bandecchi alla manovra di bilancio del governo Meloni.
Il dato più evidente che emerge dai dati Istat diffusi ieri è infatti uno solo: l’economia italiana è «quasi del tutto ferma, malata, stagnante». Come spiega Bandecchi, infatti,
“È vero che gli ultimi dati pubblicati dall’Istat ci dicono che l’inflazione è crollata a un +1,8% rispetto ad ottobre dello scorso anno, ma poi, se guardiamo il Pil, vediamo che rimane fermo al + 0,7%. Il dato sull’inflazione è buono, ma dobbiamo andare oltre il numero.
Dati Istat sull’inflazione, Bandecchi: “Ennesima conferma di come l’Italia manchi di visione”
La diffusione dei dati Istat sull’inflazione non fa così che offrire a Stefano Bandecchi l’ennesima prova di un’incapacità di visione da parte della classe dirigente italiana.
Da politico – ma anche da imprenditore – Bandecchi ha più volte denunciato come l’economia italiana manchi di una prospettiva, di un’idea di futuro al passo con i tempi. Questa mancanza di analisi è peraltro perfettamente riflessa nelle misure dal fiato corto che da anni vengono implementate in Italia.
La riprova, secondo il sindaco di Terni, è nella manovra finanziaria che il Governo si appresta a varare, con misure «che nulla fanno se non tamponare qui e lì, senza strategia e senza interventi concreti e strutturali».
Bandecchi: “Anche la Bce ha fatto importanti errori. Serve un cambio di passo in Italia e in Europa”
Il dato Istat sul calo dell’inflazione fino all’1.8% racconta poi per Bandecchi del «drammatico impoverimento» che l’Italia subisce da anni.
La colpa di questa decrescita, secondo il coordinatore nazionale di AP, è da imputare non solo alla già citata mancata capacità di visione della politica, ma anche «alle sbagliatissime strategie della Bce che hanno portato la Nazione in deflazione».
L’insieme di questi fattori e la delicatezza del momento, definito «pericoloso» spingono Bandecchi a fare l’ennesimo appello al governo affinché si ragioni concretamente di un «rapido cambio di passo».
Cambio di passo che, peraltro, è atteso anche dalla BCE che dovrà «mettere in campo interventi sui tassi » e della banche che dovranno supportare le imprese, «sennò l’Italia rischia il fallimento totale».
Il resto, altrimenti, saranno solo chiacchiere.