Sale il numero delle vittime nella guerra in Medio Oriente, mentre Israele continua l’operazione di terra a Gaza. Secondo Hamas, l’attacco alle due ambulanze – che avrebbero dovuto portare i feriti fuori dalla Striscia- ha provocato almeno 15 morti e 60 feriti. Anche una scuola nel nord del Paese è stata bombardata: sarebbero almeno 20 le persone decedute.

Guerra in Medio Oriente, operazione di terra di Israele a Gaza: “Uccisi decine di terroristi”

Il portavoce militare israeliano ha riferito che i soldati hanno ucciso decine di terroristi e distrutto diverse infrastrutture di Hamas. Nella giornata di ieri 3 novembre

ci sono stati numerosi tentativi di attacchi ai soldati dai tunnel e dai compound militari nel nord della Striscia.

Mentre nella notte, durante un raid a sud, i soldati hanno affrontato una cellula terroristica e ucciso i suoi componenti. Le truppe israeliane hanno inoltre annunciato la cattura di una roccaforte di Hamas nella Striscia di Gaza, dove sono stati rinvenuti documenti definiti “cruciali” per ulteriori “passi avanti” nel conflitto.

Secondo Israele, questa struttura ospitava il quartier generale dell’intelligence di Hamas con sede a Jabaliya.

L’attacco alle ambulanze: 15 i morti

Quindici persone sono morte e 60 sono rimaste ferite nell’attacco al convoglio di ambulanze, ha precisato il ministero che in precedenza aveva dato un bilancio di 13 morti e 26 feriti. Secondo Hamas sarebbe stata colpita anche una scuola nel Nord della Striscia che ospitava alcuni civili sfollati.

Giovedì, invece, era stato bombardato l’ufficio dell’Agenzia France Press: fortunatamente non ci sarebbero stati danni né feriti, ma l’Afp è l’unica delle agenzie di stampa internazionali a trasmettere immagini in diretta da Gaza City.

Dopo la ferma condanna di Guterres, che si è detto “inorridito”, anche il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato di sentirsi “profondamente scioccato” per quanto accaduto ai mezzi di soccorso:

Lo ripetiamo: pazienti, operatori sanitari, strutture mediche e ambulanze devono essere protetti in ogni momento. Sempre

ha scritto su X. La coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite nei Territori palestinesi occupati, Lynn Hastings, è preoccupata perché questo attacco ha preso di mira dei pazienti che stavano per essere salvati.

La Mezzaluna rossa condanna l’attacco alle ambulanze

La Mezzaluna Rossa Palestinese ha denunciato l’attacco alle ambulanze, affermando che

prendere deliberatamente di mira un’équipe medica è una grave violazione della Convenzione di Ginevra.

L’organizzazione umanitaria chiede quindi alla comunità internazionale “di fare pressioni” su Israele  in modo da garantire la protezione dei civili, dei centri sanitari e del personale medico che stanno operando nella Striscia di Gaza.

Urwa: “Impossibile garantire la sicurezza dei palestinesi rifugiati”

L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha avvertito che non può riesce a garantire la sicurezza delle centinaia di migliaia di palestinesi che si rifugiano nelle strutture delle Nazioni Unite a Gaza. Infatti oltre 50 sono state colpite nel corso del conflitto: un milione e mezzo di persone sono sfollate a Gaza e quasi 600mila ammassate nei rifugi.

Infatti, come sottolineato da Thomas White, direttore degli affari dell’Unrwa a Gaza, non c’è un posto sicuro nella Striscia.

Blinken ad Amman

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è arrivato ieri 3 novembre ad Amman dopo aver lasciato Israele: a nulla sono valsi gli sforzi per convincere il premier Benjamin Netanyahu a concedere una pausa umanitaria, in modo da far entrare più aiuti a Gaza e rendere più semplice la liberazione degli ostaggi.

Continuiamo l’offensiva con tutte le nostre forze e Israele rifiuta una tregua temporanea che non includa il rilascio dei nostri ostaggi

ha affermato Netanyahu dopo l’incontro con Blinken, a Tel Aviv per la terza volta dall’inizio della guerra. L’operazione di liberazione dei prigionieri, secondo la Casa Bianca, è lunga e complessa e necessiterebbe, appunto, di una pausa nei combattimenti.

Oggi il capo della diplomazia Usa incontrerà il re di Giordania Abdullah II e parteciperà anche a una riunione dei ministri degli Esteri di cinque Paesi arabi: ossia Arabia saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Egitto, oltre al Paese ospitante. A questo incontro parteciperà un rappresentante dell’Autorità palestinese, rivale di Hamas.