“Il quadro di Giuseppe Mazzini morente è da sempre simbolo delle radici democratiche e repubblicane del nostro paese” scrive Franco Corleone sull’Espresso ma quell’opera è negli Stati Uniti e non c’è verso di riportarla in Italia. Sul settimanale si ricorda che Mazzini morì il 10 marzo del 1872 a Pisa nella casa della famiglia Nathan Rosselli (Ernesto fu sindaco di Roma e gran maestro del Grande Oriente d’Italia), oggi dichiarata Monumento Nazionale e trasformata in Istituto Storico nel 2002. Vi giunse in fuga, malato, dalla Svizzera, dove era in esilio sotto il falso nome di George Brown. A Pisa arrivarono seguaci da tutta Italia e decisero di immortalare gli ultimi momenti della sua vita nel dipinto del pittore macchiaiolo Silvestro Lega.
E’ in un deposito negli Stati Uniti un simbolo delle radici democratiche e repubblicane dell’Italia
La tela, messa all’asta da Christie’s nel 1959, fu acquisita successivamente dal Museo della Scuola di Design di Providence, nel Rhode Island (Stati Uniti), dove venne esposta al pubblico per molti anni fino a quando non venne collocata in un deposito per far posto ad altre opere. “Uno schiaffo alla nostra storia” dice Corleone mentre si avvicina il bicentenario della nascita di Mazzini nel 2025. Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano si è mobilitato per riportare in Italia il quadro dopo una opportuna interrogazione della senatrice Cecilia D’Elia ma dagli Stati Uniti hanno fatto sapere che sono disponibili a prestarci l’opera ma non a venderla. Proviamoci ancora per poterla collocare, propone Corleone, in una sala del Senato con accanto la poesia che Giosuè Carducci dedicò a Mazzini.
Stefano Bisi