L’Antitrust avvia un’indagine istruttoria nei confronti del sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi. Un procedimento subordinato alla segnalazione trasmessa direttamente dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato interverrà per accertare “possibili condotte illecite” di Sgarbi. Nel mirino c’è in particolare una possibile violazione della legge numero 215 del 2004, in materia “di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo”.

Sul banco degli imputati sono finite le consulenze d’oro del sottosegretario. L’ipotesi è quella di un possibile conflitto di interessi tra il lavoro svolto al Ministero e quello da privato. Un caso scoppiato dopo l’inchiesta del Fatto Quotidiano, secondo la quale Sgarbi avrebbe percepito circa 300mila euro nelle sue attività, tra mostre, premi e interventi pubblici, da febbraio 2023 a oggi.

Sgarbi commenta l’avvio dell’istruttoria: “Attendo sereno il giudizio dell’Antitrust”

Prima di ricevere la notizia ufficiale in merito al provvedimento dell’Antitrust, il sottosegretario aveva commentato l’ipotesi ai microfoni dell’Adnkronos, parlando anche del rapporto con il ministro Sangiuliano.

Sangiuliano non l’ho sentito e non intendo sentirlo. Per il resto attendo sereno il giudizio dell’Antitrust. L’Antitrust è il mio ‘cda’, deve valutare il mio diritto d’autore. Tutti i diritti teatrali sono garantiti all’interno del diritto d’autore, perché qualunque spettacolo che ho fatto è legato a quello che ho scritto.

Meloni: “Aspettiamo il parere dell’Antitrust”

Sull’accaduto è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, rispondendo ai cronisti a margine del Consiglio Europeo di Bruxelles.

Obiettivamente non ho avuto il tempo di approfondire la questione. So che il ministro Sangiuliano ha scritto all’Antitrust. Aspettiamo di capire le risposte dell’Antitrust e poi valutiamo nel merito di più.

Una linea, quella della presidente del Consiglio, che sembra comune a quella della maggioranza: in caso di conferme su una presunta condotta illecita, dunque, non si esclude un passo indietro di Sgarbi. Un’eventualità richiesta a gran voce dalle opposizioni.