“Prima di rinunciare esaminiamo bene e verifichiamo se questo impianto può essere sede dei Giochi Olimpici”, ha dichiarato Tajani in seguito al sopralluogo alla pista da bob di Cesana
Gli ultimi aggiornamenti riguardanti la tanto dibattuta pista da bob prevista per i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026 davano alquanto quotata la “Soluzione Cesana”. Accertato che la pista da bob non sarebbe più stata quella di Cortina – con annessi dibattiti, nuove ipotesi e interventi – la situazione si è spostata pragmaticamente anche sulla aspetto più concreto. Ovvero: dove costruire la nuova pista. All’estero? O trovare una – auspica dai più – situazione all’interno dei confini italiani. Recentemente, a ridosso dell’inserimento delle loro stelle presso la Walk of Fame dello sport italiano, anche Antonio Tartaglia e Gunther Huber – vincitori della medaglia d’oro nel bob a due alle Olimpiadi Invernali di Nagano 1998 – hanno detto la loro riguardo la pista da bob, affermando che una soluzione italiana sarebbe l’ideale. Quest’oggi invece riportiamo le dichiarazioni del Ministro degli Esteri Tajani dopo aver effettuato il sopralluogo proprio presso la pista da bob di Cesana. Tajani ha affermato chiaramente che non avere una pista da bob in Italia per i Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026 sarebbe “una resa nazionale“. Stando a quanto riportato dalle agenzie stampa, il Ministro ha poi proseguito affermando che secondo lui, l’impianto di Cesana può essere una soluzione:
“Prima di rinunciare, esaminiamo bene e verifichiamo se questo impianto (Cesana ndr) può essere sede dei Giochi Olimpici. Io credo di sì. Non sono un tecnico, dipende dal Cio, ne ho parlato anche con il Ministro dello Sport. Vediamo adesso le valutazioni che faranno il lavoro che farà la Regione Piemonte con i tecnici. Il Politecnico di Torino sarà una garanzia, è una delle università più qualificate in materia ingegneristica.”
Tajani ha concluso questo punto sottolineando:
“Credo si possa veramente fare un controllo serio e verificare se le Olimpiadi si possono fare. E’ un’occasione che l’Italia non può perdere”.
Tajani, la pista da bob per Milano Cortina: “In 828 giorni si costruisce una pista. Quando si vogliono fare le cose si fanno”
Il Ministro degli Esteri Tajani ha poi proseguito parlando riguardo le dinamiche più concrete della questione riguardante la pista da bob. Per il Ministro le tempistiche non sono proibitive (“In 828 giorni si costruisce una pista. Quando si vogliono fare le cose si fanno“) e soprattutto:
“Prima di rinunciare a svolgere una parte dei giochi Olimpici in Italia bisogna fare tutti i tentativi possibili. Non vedo perché bisogna andare a fare in Svizzera. E’ privo di qualsiasi senso anche perché ci sono tutte le ricadute turistiche. E poi qui si potrebbero svolgere i campionati mondiali in futuro. Come è utilizzata ogni anno una parte dell’impianto si può utilizzare tutto l’impianto ogni anno”.
Altro punto toccato dopo il sopralluogo alla pista di Cesana, riguarda il possibile intervento del CONI nella questione. Secondo Tajani, “serve un intervento di tutti, credo sia interesse del Comitato Olimpico Italiano avere i Giochi Olimpici sul territorio nazionale. Significa far sviluppare un territorio, se dovessi votare voto Piemonte non un Paese diverso”.
Chi in precedenza aveva appoggiato la soluzione di Cesana è stato Mauro Berruto (ex allenatore di quella nazionale italiana maschile di pallavolo capace di conquistare il bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 2012) deputato e responsabile sport del PD. Nei giorni scorsi, in un intervento alla Camera dei Deputati, alle luce degli ultimi sviluppi, con Cortina chiamata fuori e il sorgere di nuove ipotesi, Berruto aveva presentato una “una terza via che accontenterebbe tutti” e che ha come fulcro la possibilità del ripristino della pista di Cesana.
C’è però una terza via che accontenterebbe tutti e che passa attraverso tre mosse, il ripristino della pista (di Cesana ndr), l’utilizzo per i Giochi olimpici, la demolizione della pista e la conseguente riforestazione dell’area.
Per Berruto la soluzione quindi sarebbe il ripristino della pista di Cesana Pariol, utilizzata per i Giochi olimpici di Torino e “ferma” da 11 anni.