Nella giornata del 30 ottobre, l’Assemblea di Montecitorio ha espresso il suo verdetto sul decreto riguardante le strategie urgenti per una rinascita economica nel Mezzogiorno, il cui punto centrale è la ZES Unica per il Mezzogiorno: ma cos’è esattamente e cosa prevede?  Con un saldo di 184 favorevoli, 106 contrari e 2 astensioni, l’attesa ora è per il voto del Senato, con la previsione di una conversione legislativa entro metà novembre.

ZES Unica per il Mezzogiorno: cosa prevede?

Come anticipato, il punto focale del decreto è la visione di una Zona Economica Speciale (ZES) unificata per il Mezzogiorno. Questa iniziativa mira a unire risorse sia europee che nazionali per garantire uno sviluppo armonico e coordinato. Di rilievo è l’istituzione di una Cabina di regia presso Palazzo Chigi, presieduta dal Ministro degli Affari Europei. Questo organo avrà il compito non solo di dare vita al Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne, ma anche di sorvegliare l’allocazione e l’utilizzo dei fondi.

Una novità interessante è l’Accordo per la coesione, che prende il posto dei precedenti Piani di sviluppo e coesione. Questa nuova strategia punta a una maggiore flessibilità nel finanziare progetti e interventi, sfruttando anche fonti esterne come i fondi europei.

Il decreto affronta anche le questioni relative ai Contratti Istituzionali di Sviluppo, introduce norme più stringenti per l’erogazione dei fondi e modifica il quadro normativo per dare al Governo maggiori poteri sostitutivi in caso di mancanza di azione da parte delle amministrazioni pubbliche competenti.

Cosa prevede la ZES Unica per il Mezzogiorno e quali Regioni comprende

Il concetto di Zona Economica Speciale non è nuovo, ma il decreto introduce cambiamenti significativi. A partire dal 2024, la ZES unica sostituisce le precedenti ZES, comprendendo regioni chiave del Sud Italia, quali:

  • Abruzzo;
  • Molise;
  • Campania;
  • Basilicata;
  • Puglia;
  • Calabria;
  • Sicilia;
  • Sardegna.

Questa riformulazione ha l’obiettivo di promuovere e rafforzare specifici settori, identificando investimenti e strategie prioritarie.

ZES Unica per il Mezzogiorno: cos’è la Zona Economica Speciale e chi può beneficiarne

La ZES è un’area designata dove le imprese possono beneficiare di condizioni favorevoli per investimenti e sviluppo. Ideate per incoraggiare lo sviluppo economico in regioni bisognose, le ZES puntano a attrarre investimenti e a creare posti di lavoro.

La normativa del 2017 ha già delineato questa visione, ma il nuovo decreto si spinge oltre, introducendo meccanismi come un portale web per garantire trasparenza e accessibilità alle informazioni per le imprese.

In linea di massima, tutte le imprese possono accedere ai benefici della ZES. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni. Ad esempio, le imprese nei settori siderurgico, carbonifero, trasporti e altre categorie specifiche sono escluse.

Fondamentale è che le imprese mantengano la loro operatività nelle aree designate per almeno cinque anni, garantendo così un impegno a lungo termine nell’area della ZES.

Cosa fa la Cabina di Regia

La Cabina di Regia interna a Palazzo Chigi emerge come un elemento fondamentale nel panorama delle nuove ZES. Costituita con una durata di tre anni, la sua struttura vede un coordinatore affiancato da due direzioni generali e quattro uffici direttivi. Il suo ruolo principale? Garantire che le direzioni strategiche del Governo siano coerenti, specialmente in relazione alle Zone Economiche Speciali (ZES). Il suo compito è anche quello di collaborare strettamente con una segreteria tecnica, assicurandosi che le proposte per i piani strategici siano attuali ed efficaci.

La determinazione del Governo nel sostenere questo progetto è chiara: sono stati stanziati circa 4,5 miliardi di euro per i prossimi tre anni. Queste risorse saranno gestite dalla Cabina di Regia, la quale ha il compito di supervisionare, coordinare e monitorare la ZES unificata. La supervisione di questo organismo rientra sotto la responsabilità del Ministero per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.

Incentivi per gli investitori e investimenti ammessi?

Un punto di forza delle ZES sono gli incentivi. Gli investitori possono ottenere un credito d’imposta basato sul costo totale dei beni acquisiti o degli investimenti immobiliari effettuati tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2024. Tuttavia, ci sono alcune restrizioni: l’investimento non può essere inferiore a 200.000 euro e ci sono limiti temporali entro i quali i beni devono essere messi in funzione.

Sono ammissibili gli investimenti in beni strumentali, specialmente se destinati a strutture produttive nelle regioni specificate. Ciò include l’acquisto di nuovi macchinari, impianti e altre attrezzature. È anche possibile ottenere incentivi per l’acquisto di terreni o per l’espansione di immobili strumentali, con alcune limitazioni sul valore totale. L’incentivo può essere combinato con altri aiuti di Stato, ma ci sono limiti imposti dalle normative europee.

ZES Unica per il Mezzogiorno: cos’è e a che serve il portale web

Uno degli strumenti più utili per le imprese è il portale web dedicato alla ZES. Questo ha lo scopo di fornire informazioni dettagliate sui benefici disponibili, garantendo trasparenza e immediatezza d’informazione. Alcune tra principali competenze del portale includono:

  • Gestire i procedimenti amministrativi legati alle attività produttive.
  • Fornire informazioni su interventi edilizi e trasformazioni territoriali.
  • Pubblicare informazioni su strutture dedicate a eventi culturali e sportivi.