Si presenta parlando italiano in maniera a dir poco eccellente, soprattutto considerando che la nuova lingua l’ha imparata in appena due mesi. Ha visto tutte le partite della Nazionale di rugby all’ultimo Mondiale francese chiuso domenica con la vittoria degli Springboks sudafricani e ha detto che anche a lui piace attaccare, come faceva il suo predecessore Crowley, ma al momento giusto della partita e nella parte giusta del campo. È Gonzalo Quesada, il nuovo tecnico dell’Italrugby. Il primo argentino della storia azzurra, esportatore della “garra” dei Pumas (lo spirito combattivo dei sudamericani) e di un gioco comunque figlio della programmazione britannica. Saluta tutti al Salone d’Onore del Coni e il primo a entusiasmarsi è proprio il padrone di casa, il presidente Giovanni Malagò.

Presentato al Coni il nuovo ct dell’Italia del rugby, Gonzalo Quesada

Sono felice – dice il numero uno dello sport italiano – perché buona parte del ritiro per il prossimo Sei Nazioni vedrà come di consueto l’Italia ospite al Centro di preparazione olimpica all’Acquacetosa, dove c’è tutto. I ragazzi lì dormono, mangiano, studiano e possono approfittare poi dell’Istituto di medicina dello Sport. E poi possono confrontarsi con altri atleti olimpici e mondiali, pure nel momento di svago. Siamo felici di averti qui, Gonzalo, soprattutto per la tua anima latina.

Non che lo aspetti una passeggiata di salute. Alla Coppa del mondo francese, l’Italia ha stravinto con la Namibia, vinto con l’Uruguay, guadagnato la terza posizione del girone e quindi la qualificazione al prossimo Mondiale, per essere poi sommersa da All Blacks e Francia. “Esistono squadre irraggiungibili per noi”, ha allargato le braccia il presidente della Federazione Italiana Rugby, Marzio Innocenti, ripetendo le stesse parole pronunciate in Francia. Missione difficile per Quesada già dal prossimo Sei Nazioni e in vista delle importanti riforme del rugby internazionale.

Ci sono tanti motivi per cui abbiamo scelto Gonzalo – spiega Innocenti – Il primo perché nonostante sia così giovane (48 anni, ndr) ha lavorato molto e tantissimo all’estero. Lavora molto sui particolari che sono fondamentali. È bellissimo partecipare, ma lo è di più vincere. Non gli daremo obiettivi irrealistici, ma so che, se la Federazione è ambiziosa, lui lo è ancor di più.

È il primo argentino alla guida degli azzurri, succede al neozelandese Crowley

Ho visto tutte le ultime partite dell’Italia – le parole di Quesada – e delle franchigie Benetton Treviso e Zebre Parma (impegnate nello United Rugby Championship, il campionato transnazionale con italiani, irlandesi, scozzesi, gallesi e sudafricani; ndr). Prima di parlare del gioco che faremo, bisognerà anzitutto definire la nostra visione. Ho le mie convinzioni, ma dovremo ragionare su identità, cultura e convincere tutti della bontà di questa avventura che è già molto bella per me.

E sull’eredità di Crowley (salutato così dal capitano Lamaro)?

Per la prima volta arrivo trovando già lo staff. Non conosco questo gruppo di tecnici, ma credo che abbia svolto un buon lavoro e, prima di pensare a ciò che manca, mi concentrerò anzitutto su ciò che abbiamo. Penso che oggi l’Italia sia una bella squadra e ha tutto ciò di cui ha bisogno per disputare un buon Sei Nazioni.

Discorso a parte il capitano, che potrebbe non essere più Michele Lamaro:

Mi piace molto lavorare coi leader del gioco e della squadra, ma prima di questo dobbiamo definire la nostra visione comune. In conseguenza di tutto questo è per me oggi impossibile parlare di quale sarà il capitano, lo individueremo più avanti. La “garra“? Sono argentino, ma il mio stile è anglosassone, perché amo la pianificazione e il dettaglio. E comunque non ho nulla da insegnare agli italiani quanto a grinta. Piuttosto ho da imparare.

L’unico problema con la nuova lingua si pone nella differenza tra insegnare e imparare, ma Quesada si corregge subito. Sorride e guarda avanti. Esattamente le cose di cui ha bisogno l’Italia del rugby adesso.

Questo il saluto del presidente della Federazione italiana Rugby, Marzio Innocenti:

Queste le parole del nuovo ct dell’Italrugby, Gonzalo Quesada: