A Belluno, nello specifico nel Borgo Valbelluna, è morto Andrea Dall’O, conosciuto medico di famiglia della zona, all’età di 72 anni. Le cause sembrano essere imputabili, con tutta probabilità, ad un long covid: l’anziano aveva contratto il virus nel 2020 e da quel momento non si era mai davvero ripreso.

Un commosso saluto è arrivato da Stefano Cesa, sindaco del piccolo comune in provincia di Belluno:

“La nostra comunità perde una grande persona, con una bontà d’animo e una disponibilità che difficilmente si trovano in giro. Amava i suoi assistiti, aveva sempre chiaro un grande valore, e cioè di preservare la sanità pubblica”.

Belluno, muore medico in pensione dopo 3 anni di long covid: ricoverato dalla settimana scorsa dopo un peggioramento

L’uomo si era faticosamente rialzato dopo il covid contratto nel 2020 ma le sue condizioni di salute sono rapidamente peggiorate negli ultimi tempi, costringendolo al ricovero ospedaliero qualche giorno prima del decesso.

Da più parti veniva descritto come una persona dedita alla cura dei malati fino alla fine, tanto che uno degli aspetti che lo ferirono maggiormente fu senza dubbio il rifiuto alla sua richiesta di rimanere in servizio, nel 2021.

A offrirne un prezioso ritratto è l’amico Paolo Dolomitico:

“Credo che poche cose lo ferirono durante il suo iter professionale come quel rifiuto a farlo rimanere in servizio. In molti lo ricordano come politico e amministratore, ma per me è umanamente indimenticabile. Una persona perbene e generosa, fuori dagli schemi tradizionali. Non l’ho mai sentito alzare la voce.

È stato un medico bravo, valoroso e molto amato, donava una disponibilità e una dedizione ai malati superiore al suo mandato. Nonostante ciò l’Usl Dolomiti nel 2021 non accettò la sua richiesta di rimanere in servizio e lui dovette andare in pensione, proprio in un periodo in cui i medici stavano diventando rari e preziosi.”

Il rifiuto dell’Usl per rimanere in servizio: le eccezioni erano solo per i medici in corsia

La carenza dei medici all’interno delle strutture ospedaliere è un problema ormai cronico del servizio sanitario nazionale. Le difficoltà si sono accentuate enormemente durante la fase più intensa del covid, presente ancora oggi anche se in forma molto meno grave rispetto a qualche anno fa. Una carenza di medici in corsia aveva imposto straordinari molto pesanti a quelli operanti, una scelta però obbligata per far fronte all’enorme mole di lavoro arrivata quasi all’improvviso.