Uno dei più grandi registi di tutti i tempi nella storia del cinema, Federico Fellini, il 31 ottobre di 30 anni fa incontrava la morte. Classe 1920, egli era ed è considerato ancora oggi un grande ed indimenticabile artista a 360 gradi. I suo film e le sue opere sono davvero indimenticabili. Impossibile non conoscere capolavori come “La dolce vita”, “8½” o “Amarcord”. Il regista scomparse dopo giorni di agonia. Ripercorriamo allora insieme quei momenti: dal primo episodio di ictus fino ai funerali che si svolsero a Roma.
Federico Fellini morte
Era il 31 ottobre 1993 quando scompariva Federico Fellini: la causa della morte del regista è riconducibile ad una serie di postumi legati ad ictus che lo aveva colpito non molto tempo prima e al fatto che un giorno, mentre stava mangiando, un pezzetto di mozzarella gli ostruì la trachea, causandogli un grave episodio di ipossia (cioè di blocco del flusso di ossigeno al cervello). I danni furono irreparabili ed egli morì poco dopo.
Fellini era nato il 20 gennaio 1920 a Rimini. Era ed è considerato uno dei più grandi registi del cinema italiano e internazionale. La sua carriera, durata ben 40 anni, è stata piena di successi e riconoscimenti. L’artista italiano ha realizzato 19 film, che hanno fatto la storia del grande schermo. Si definiva un “artigiano” che non aveva niente da dire ma sapeva come dirlo.
Alcuni dei suoi titoli più celebri sono i seguenti:
- La strada
- Le notti di Cabiria
- La dolce vita
- 8½
- Amarcord
- I vitelloni
- Il Casanova
- E la nave va
- La voce della luna
Alcune delle sue pellicole hanno vinto l’Oscar come miglior film. Nel 1993 egli ha conquistato l’Oscar alla carriera. È stato vincitore per due volte del Festival di Mosca. Ha ricevuto inoltre la Palma d’oro al Festival di Cannes e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.
Gli ictus e gli ultimi giorni prima di morire
Nel mese di giugno del 1993 Federico Fellini si era sottoposto ad un intervento chirurgico in Svizzera per la riduzione di un aneurisma dell’aorta addominale. Le cose erano peggiorate nell’agosto seguente, quando fu colpito da un ictus a Rimini. Iniziò un percorso di riabilitazione.
Ad ottobre, il 17 per la precisione, venne ricoverato nuovamente a Roma. Secondo quanto si racconta il regista, durante un pasto, stava mangiando una mozzarella. Un pezzetto gli rimase incastrato e gli ostruì la trachea. A questo punto si bloccò l’afflusso di ossigeno al cervello e le conseguenze furono drastiche. Morì dopo quasi due settimane di agonia.
In quei giorni il mondo intero pregava per l’artista, sperando nel miracolo. Al suo fianco ci sono sempre stati l’amata moglie, i familiari e i suoi amici più stretti. I giornali e le televisioni italiane per giorni non parlarono d’altro se non delle condizioni del regista.
Il 31 ottobre 1993 egli si spense. Fu allestita in ospedale una prima camera ardente. Poi una seconda fu nel suo Studio 5 di Cinecittà, dove accorsero migliaia e migliaia di persone da ogni parte d’Italia e del mondo. Il primo ad entrare in quell’occasione fu l’allora Presidente della Repubblica Scalfaro.
Il 3 novembre si celebrarono i funerali presso la basilica di Santa Maria degli Angeli. Fu una cerimonia molto toccante. In migliaia piangevano. Con la sua scomparsa egli lasciò un grande vuoto. A sopravvivere invece ancora oggi è la sua grandissima eredità culturale che non riguarda solamente il mondo del cinema.
Egli viene definito uno vero e proprio big del cinema italiano. Ancora ora le persone lo ricordano come un immenso artista, che ha avuto un ruolo importante nel mondo cinematografico e artistico. A gennaio scorso il giornalista Vincenzo Mollica ha raccontato di un suo prezioso ricordo con Fellini.
Nel corso della sua carriera egli dovette fare i conti anche con una serie di critiche e di commenti negativi, che però egli contrastò sempre con il suo lavoro e dimostrando le sue grandi capacità.