Potrebbero essere riaperte a breve le indagini sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, a 48 anni da quella drammatica notte tra l’1 e il 2 novembre 1975 quando il poeta fu ucciso all’Idroscalo di Ostia. A oggi, in tutti e 3 i gradi di giudizio, per quel delitto è stato condannato soltanto Giuseppe Pelosi detto “Pino La Rana”. Ma la dinamica dei fatti non ha mai convinto e quasi sicuramente, quella notte all’Idroscalo di Ostia, Pelosi non era solo: Pasolini sarebbe stato massacrato di botte da altre 3 persone. Il giallo è stato approfondito a “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia TV. Tra gli altri è intervenuto l’ex legale della famiglia Pasolini, l’avvocato Stefano Maccioni che oggi rappresenta l’Ordine dei Giornalisti del Lazio e del Molise, David Grieco e Giovanni Giovannetti.
Delitto Pasolini, l’avvocato Maccioni: “Il caso può essere riaperto”
L’avvocato Stefano Maccioni ha detto: “Pier Paolo Pasolini tra le tante cose era anche giornalista e quindi in merito al giallo della morte l’Ordine dei Giornalisti del Lazio e del Molise, a cui il grande poeta era iscritto, si è costituito parte offesa in questo nuovo procedimento. Abbiamo fondati elementi per ritenere che si trattò di un delitto politico. La nuova richiesta di riapertura delle indagini a firma David Grieco, regista del film ‘La Macchinazione’, l’ho depositata presso la Procura della Repubblica di Roma il 5 marzo scorso, abbiamo scelto proprio il giorno di nascita di Pasolini. La nuova richiesta riassume i risultati delle nostre indagini che contengono tutti gli elementi raccolti tra il 2010 e il 2015. Abbiamo ottenuto un risultato importantissimo: cioè abbiamo individuato 3 DNA diversi presenti sulla scena del crimine, e che non sono né di Pasolini, né di Pino Pelosi, ancora oggi considerato erroneamente l’unico responsabile dell’omicidio”.
Obiettivo: comparare i DNA con esponenti della criminalità romana e della destra eversiva dell’epoca
Il legale che rappresenta l’ODG del Lazio e del Molise, ha aggiunto: “Nella richiesta di riapertura delle indagini, ci sono anche altre cose che in tutti questi 48 anni non sono state approfondite. La nostra nuova richiesta di riapertura delle indagini la depositammo proprio all’indomani delle dichiarazioni rese dall’ex boss della Banda della Magliana Maurizio Abbatino davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia. Quindi, in base ai 3 DNA diversi trovati sulla scena del crimine, chiediamo di estendere l’esame del DNA a molti appartenenti alla criminalità romana dell’epoca; soprattutto agli appartenenti all’estrema destra eversiva”.
La rassicurazione del magistrato della Procura di Roma e i 3 DNA nel dettaglio
L’avvocato Maccioni, ha concluso dicendo: “Siamo ottimisti di poter arrivare a qualcosa di concreto perché il dottor Francesco Minisci, il magistrato incaricato della possibile riapertura delle indagini, mi ha detto: ‘Sto approfondendo e valutando i nuovi elementi che mi avete messo a disposizione’. Ho chiesto allo stesso dottor Minisci di accelerare i tempi. Ripeto, abbiamo tre DNA: uno all’interno dei jeans di Pasolini, un altro sulla maglia di lana a maniche lunghe che dovrebbe essere stata indossata da Pino Pelosi e uno su un plantare di piede destro che sarebbe riconducibile a Giuseppe Mastini, alias ‘Johnny lo Zingaro’. Una cosa è certa: quella notte all’Idroscalo Pino Pelosi non era solo: Pasolini fu massacrato di botte da più persone. Se individuiamo il movente arriveremo anche ai responsabili del delitto Pasolini”.